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“Il Punto di Primo Intervento (PPI) dell’ospedale Saint Charles a Bordighera è affidato ormai da qualche tempo a medici di cooperative, e le recenti segnalazioni giornalistiche che hanno sollevato dubbi sulla tempestività e adeguatezza delle prestazioni nel PPI hanno accresciuto la preoccupazione per un servizio a cui la popolazione dovrebbe invece potersi rivolgere con fiducia”. Così la consigliere comunale di minoranza Mara Lorenzi inizia la disamina sull’attuale situazione del Punto di Primo Intervento di Bordighera.

“Testimonianze che confermano i problemi ci sono arrivate anche direttamente da pazienti e loro familiari. Non si può che auspicare che l’ASL1 prenda molto seriamente le segnalazioni, rinnovi l’attenzione con cui vaglia le offerte delle cooperative e le competenze professionali dei medici ingaggiati, e soprattutto attivi meccanismi di monitoraggio sistematico del lavoro nel PPI”, continua Lorenzi. “Il PPI dovrebbe essere presto sostituito da un Pronto Soccorso gestito dal gruppo privato che avrà in concessione il Saint Charles. Ma ad oggi questa è una promessa sbandierata, non ancora un contratto verificabile; e ci chiediamo se e quando diventerà realtà”.

La consigliere analizza anche il ruolo delle cooperative all’interno dell’Asl1: “La preoccupazione per l’affidamento del lavoro medico alle cooperative rimane alta comunque, per il presente e ancor più per il futuro. Nella ASL1 sono affidati a cooperative buona parte dei servizi dell’emergenza (incluso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Sanremo), ma da qualche tempo anche i servizi di Ginecologia e Ostetricia e della Salute Mentale. Nel prendere atto della necessità in cui l’ASL si trova di dover assicurare servizi essenziali in un contesto di grave carenza di medici, si deve riconoscere che il ricorso alle cooperative è una soluzione perdente: molto costosa e senza garanzie di migliorare la qualità dei servizi erogati. Perché l’obiettivo dell’ingaggio delle cooperative è coprire turni, non costruire continuità di cure. Una escalation in questa direzione potrebbe far mancare a tanti pazienti quel tradizionale rapporto di fiducia e continuità con i propri medici che è un diritto, perché imprescindibile per poter lavorare insieme per la cura”.

“C’è un pericolo realistico per il futuro – avverte Lorenzi – se non si riusciranno a correggere al più presto i meccanismi che hanno portato all’erosione dell’interesse dei medici ad entrare nel nostro Servizio Sanitario Nazionale. Le cooperative diventeranno sempre più attrattive per le nuove generazioni di medici. La combinazione di impegno professionale ben delimitato nel tempo e ottima retribuzione incontra favorevolmente le caratteristiche dei millennials e della generazione Z a cui piace valorizzare tempo per se stessi e gli impegni famigliari e sociali nel sempre complesso equilibrio con l’impegno professionale. Così il SSN perderà medici nella competizione non solo con l’estero e la sanità privata, ma anche con le cooperative”.

“La politica dovrebbe essere impaziente di agire su questi problemi. Qualcuno sta studiando piani per un aggiornamento dei salari dei medici del SSN? O per dare spazio alla meritocrazia nell’avanzamento di carriera in modo da migliorare il sistema? O per creare in questo momento di emergenza incentivi per attrarre e trattenere medici e minimizzare il ricorso a cooperative? Siamo nel mezzo di una campagna per eleggere legislatori, ma le domande sembrano per ora senza risposta”, conclude.

L’intervista completa alla consigliere Mara Lorenzi nel video servizio a inizio articolo.