curiosità - Suetta natale 2020
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“Buon Natale a tutti!”

Inizia così il suo saluto alla comunità da parte di Monsignor Antonio Suetta Vescovo della Diocesi di Ventimiglia e Sanremo.

“Questa festa è segnata da una circostanza che riguarda il mondo intero e che crea grande smarrimento e tanti danni. Mi riferisco in particolare alle tante vittime causate dal Covid, alle famiglie in lutto e a chi ha dovuto sopportare tante sofferenze per questa malattia. Ma certo non dimentico tutte quelle persone che risentono dal punto di vista sociale ed economico di questa pandemia”.

“Tutto sembra confluire in una sola parola che si lega al Natale: fragilità. Questa situazione ci ha fatto toccare ancora una volta quanto la nostra condizione sia costitutivamente fragile. Proprio nel Natale noi celebriamo un mistero di speranza, il figlio di Dio che si è rivestito della nostra umanità, cioè della nostra fragilità e della nostra condizione mortale. Celebriamo, anche con le limitazioni, un Natale segnato dalla sofferenza e dall’angoscia che genere questa pandemia ma sempre rinnovando uno sguardo di fiducia e speranza che ci giunge da Dio. Lui ci ama ed ha per noi progetti di pace e di bene per concederci un futuro pieno di speranza”.

“Il Papa benedice il mondo intero ‘urbi et orbi’ e la sua benedizione a tutti i fedeli arriva anche attraverso la televisione – spiega il Vescovo – però i fedeli non sono impediti alla partecipazione della Messa tranne quella della notte di Natale per rispettare il coprifuoco delle ore 22. Nei giorni di queste feste la celebrazione avverrà regolarmente e voglio chiarire che nonostante vi siano alcuni giorni in ‘zona rossa’ i fedeli sono autorizzati ad uscire di casa per recarsi a messa, scegliendo la chiesa più vicina, e portando con sé un’autocertificazione apposita”.

“Il Natale è tipicamente cristiano – dice monsignor Suetta – e significa ‘nascita’ in questo caso di Gesù Cristo figlio di Dio che si è fatto uomo e ciò fa parte della fede cristiana. Però è molto bello che chi non condivide questa fede possa comunque cogliere il dono profondo del Natale che è quello della solidarietà. Se Dio ha voluto salvare l’uomo con un atto di vicinanza, condivisione e solidarietà, lo stesso possiamo fare anche noi scambiandoci il dono dell’aiuto reciproco, dell’ascolto, dell’affetto e dell’assunzione vicendevole della responsabilità. La gioia del Natale che i cristiani condividono con tutti, anche con i non credenti, ha la finalità di far sì che chi non crede si avvicini alla fede, perché la fede è il tesoro più prezioso della vita”.