“Esprimiamo perplessità sulla riapertura del centro di accoglienza nel Parco Roja, non vogliamo ripetere un’esperienza che a nostro avviso, ma direi ad avviso di tutti i ventimigliesi, non ha prodotto gli effetti sperati”, commenta la Lega di Ventimiglia a seguito dell’incontro di ieri tra l’amministrazione comunale e il prefetto Nanei per l’allestimento di un nuovo centro di identificazione migranti.

“Solo a titolo esemplificativo ricordiamo in quel periodo il concomitante allestimento di un accampamento abusivo sul greto del fiume in zona Gianchette. Siamo preoccupati che ciò che oggi viene proposto come temporaneo venga poi a delinearsi come definitivo. Senza garanzie sui trasferimenti, ad opera della forza pubblica, dei migranti fuori Ventimiglia, la loro permanenza in città, fuori e dentro l’eventuale centro di accoglienza, non può certamente essere ridotta nel tempo. A Ventimiglia – continua – nonostante il proficuo lavoro svolto dalle forze dell’ordine presenti, che ringraziamo, manca un’organizzazione dello Stato che invece è presente a Lampedusa, dove si lavora pedissequamente per decongestionare l’isola dai flussi migratori anche al fine di una più serena convivenza con la popolazione locale”.

“Per noi la soluzione migliore, già proposta dalla Lega, rimane un CPR in Liguria, tendenzialmente in zona di frontiera. Un centro a porte chiuse che garantisce, oltre all’immediato trattenimento dei soggetti irregolari e più violenti, il potenziamento degli organici di Polizia, investimenti sul territorio ed espulsione certa degli irregolari, i quali oggi risulterebbero in aumento rispetto ai richiedenti protezione internazionale. L’apertura di strutture di identificazione e/o accoglienza rischia di rivelarsi un palliativo che attrae nuova migrazione da sud, da est e di respingimento dalla Francia. Questa è la nostra posizione, coerente con quanto sempre affermato e per la quale non siamo disponibili a mediazioni politiche”, conclude.