Lucia Palmero, quando l'arte nasce da una domanda: "Chi sono?"
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Lucia Palmero, artista e attivista di Ventimiglia, inizia dipingendo e fermando sulla tela i momenti che segnavano la sua vita.

“Poi ho sentito la necessità di andare oltre il bidimensionalità della pittura per creare vere e proprie esperienze,” spiega.

Le sue performance, sempre emozionanti ed intense, uniscono il linguaggio artistico e l’impegno politico. “L’influenza del lavoro di Michelangelo Pistoletto e di Tania Bruguero mi ha portato a concepire l’arte come uno strumento di evoluzione sociale responsabile,” continua.

Tra le sue opere c’è il flash mob ‘Human Chain 2015’ sul confine italo-francese a Ventimiglia: una catena umana che ha dato vita ad un cerchio di meditazione tra i migranti che occupavano la scogliera a Ponte San Ludovico, i cittadini e i volontari. L’evento, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, si è tenuto anche nel 2016 e nel 2017.

Di recente, invece, ha portato al museo MACRO di Roma la performance ‘Reflex’, una denuncia su ciò che sta accadendo oggi in Libia attraverso la proiezione di quattro testimonianze che raccontano le sofferenze vissute dai migranti nel Paese del nord Africa.
Durante la proiezione video una sequenza di movimenti viene ripetuta 31 volte, tante quante sono le Nazioni firmatarie del trattato di Dublino.

A fine novembre, invece, sarà impegnata in una nuova performance a conclusione della mostra “Le palme perdute” presso l’Oratorio San Bartolomeo di Bordighera.