Il Museo Etnografico di Cervo si arricchisce di un nuovo strumento di storytelling digitale che affiancherà la collezione permettendo ai visitatori di fruire di un percorso guidato e di approfondire la storia del borgo nell’interazione con gli oggetti esposti. Il progetto è stato realizzato dalla videomaker Beatrice Messineo, che ha dato vita alla parte digitale e visiva dello storytelling, e dalla giornalista Alessandra Chiappori, che ha curato la struttura dei contenuti e i testi, ed è stato finanziato dal Comune di Cervo grazie al Riparto del fondo per il funzionamento dei piccoli musei erogato dal Ministero della cultura.

Si tratta di una narrazione disponibile attraverso un’applicazione installata sul tablet in dotazione al Museo che permetterà di interagire con lo spazio museale attraverso specifici “marker” apposti nelle sale. Il visitatore sarà coinvolto in una sorta di percorso a 360 gradi sulla storia del Castello, del Museo e del borgo di Cervo, il tutto a partire da uno sguardo più approfondito – fornito dai contenuti in realtà aumentata – sulla collezione museale.

Lo storytelling digitale arricchirà la visita con contenuti suggestivi ed emozionali come immagini, collage, animazioni, e accompagnerà alla scoperta di aspetti e storie di Cervo che vanno oltre i semplici oggetti di cultura materiale custoditi nel Castello.

“Abbiamo sfruttato la possibilità di lavorare a questo progetto per allargare il racconto del Museo e portarlo anche fuori dalle mura del Castello – spiega Alessandra Chiappori – i contenuti in realtà aumentata aggiungono narrazioni e informazioni a ciò che il visitatore ha intorno, rendendo possibile l’esplorazione del Castello e del borgo proprio grazie all’interazione con la collezione. Le narrazioni multimediali si propongono così come una vera e propria guida interattiva dedicata non solo al Museo, ma alla storia di Cervo, all’evoluzione dei suoi elementi urbanistici e del suo tessuto economico, sociale e culturale”.

Come funziona?

All’ingresso in Museo il visitatore avrà a disposizione un tablet. Attraverso questo strumento potrà visitare le sale cercando, come in una caccia al tesoro, i cinque “marker” che permetteranno all’apposita applicazione digitale di accedere ai contenuti in realtà aumentata. Si tratta di targhette, distribuite nelle sale del Museo, che riproducono scene del centro storico o della vita a Cervo. Una volta inquadrate le immagini, inizierà una narrazione che intreccia di volta in volta immagini, suoni, voci e animazioni. Ciascun racconto multimediale è stato pensato per contestualizzare le diverse sezioni del Museo e gli oggetti che espongono raccontando storie che hanno a che fare con le vicende medievali del borgo, con la sua evoluzione socio-economica, e con le sue tradizioni culturali.

“Per lo sviluppo dell’applicazione è stato impiegato il software Unity, una piattaforma ideale per la creazione di applicazioni interattive e, come in questo caso, per la realtà aumentata – spiega Beatrice Messineo. – Il processo è iniziato con la creazione di marker e la configurazione di una scena all’interno dell’ambiente di sviluppo di Unity. La scena è stata progettata in modo da ospitare una fotocamera che rilevasse il marker, consentendo così la successiva integrazione dei contenuti tra cui suoni, personaggi e oggetti tridimensionali. Per personalizzare il comportamento dell’applicazione e aggiungere funzionalità specifiche, sono stati implementati script, file di codice scritti in linguaggio di programmazione C#, che controllano il comportamento degli oggetti e degli elementi presenti, così che sia possibile definire in modo preciso le interazioni e le dinamiche dell’applicazione garantendo un’esperienza utente coerente e coinvolgente. È stata quindi sviluppata un’interfaccia utente intuitiva su tablet, progettata per una navigazione facile che agevoli l’accesso dei visitatori ai contenuti desiderati”.

Il percorso di visita

Il percorso è articolato in 5 punti di interesse, individuabili attraverso altrettanti marker. Il visitatore si potrà muovere nello spazio museale cercando i marker per poi inquadrarli e fruire del racconto in realtà aumentata. La prima narrazione riguarda l’edificio stesso che ospita il Museo, il Castello dei Clavesana, spazio modificato più e più volte durante i secoli e adibito a diverse funzioni. Si prosegue con un racconto sulla nascita del Museo e gli obiettivi della sua collezione, radicata nel paesaggio culturale di Cervo. A partire da questo spunto, e dagli oggetti della collezione, lo storytelling approfondisce tre ulteriori filoni tematici: la storia marinara di Cervo, il paesaggio rurale e i dintorni di Cervo, dal Parco del Ciapà al villaggio di Costa di Villa.