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Per noi è stato un grande piacere riaccogliere gli studenti nelle aule. Si tratta di un rientro parziale dato che con le nostre rotazioni non avremo mai oltre il 50% degli studenti in presenza”.

Da oggi nelle scuole superiori si è tornati a respirare una parvenza di normalità, tra le quali anche nel Liceo Cassini di Sanremo come ci conferma Claudio Valleggi dirigente scolastico responsabile della nota scuola superiore sanremese.

“Come già affermato in altre occasioni – dice il Preside – la pressione si è sempre concentrata sui mezzi pubblici più che sulle aule che almeno per noi si sono dimostrate luoghi sicuri. Nonostante questo, io ho chiesto grande severità per il rispetto delle norme di sicurezza e dei comportamenti da seguire in classe”.

“Questa sede centrale del liceo in origine era la dépendence di un grosso albergo, quello di Palazzo Bellevue, attuale sede del Municipio. Le aule erano camere per gli ospiti ed ognuna era dotata di terrazza per far godere agli ospiti i benefici dell’aria marina e oggi si cerca di tenerle aperte, per arieggiare e per contrastare il Covid”.

“Il ritorno in classe è stato accolto con gioia dagli studenti ed anche con qualche timore per le verifiche scritte – sorride Valleggi – ritrovarsi con il foglio bianco per il compito di matematica crea di certo qualche ansia. Io ho raccomandato agli insegnanti di sottoporre a verifiche in classe solo quando strettamente necessario. Questi primi giorni servono soprattutto per recuperare l’aspetto emozionale e sociale, fondamentale per l’apprendimento”.

“Anche da parte nostra c’era desiderio di tornare alla didattica in presenza – conferma – e tra pochi giorni arriverà l’ordinanza sugli esami conclusivi e le modalità annesse. Siamo già nella parte finale dell’anno scolastico. Sul nostro sito abbiamo pubblicato la circolare sui giorni in presenza o in dad che abbiamo diviso in biennio e triennio con qualche distinguo riguardo il Classico per far sì che su 48 classi ne siano sempre presenti 24. Questa settimana spetta al triennio, la prossima al biennio”.

“Avevamo un po’ perso il rapporto diretto con i compagni di classe – dice Laura Ruffoni studentessa della VF – adesso invece ci vediamo ogni giorno e diventa tutto più naturale. Con i professori secondo me non cambia molto tra la presenza e la Dad, però riesco a mantenere la mia soglia di attenzione molto più alta quando sono in aula, sono più concentrata e se ho un dubbio me lo tolgo immediatamente senza passare ad accendere microfono, la telecamera eccetera. La maturità mette un po’ di ansia, ci sono ancora troppi forse e incertezze ma venire in classe aiuta a prepararsi molto meglio che stare a casa”.

“L’idea di fare un solo orale alla maturità non so se sia meglio o peggio – dice Federico Crisanti, compagno di classe di Laura – quello che ci serve è sapere con un giusto anticipo, e non a maggio come accaduto l’anno scorso, quali prove dovremo sostenere, in presenza o a distanza cambia poco, bisogna solo studiare. La didattica in presenza è tutta un’altra cosa e me ne sono accorto anche stamattina, l’interazione con i professori è migliore, spontanea e immediata. Chi ha voglia di studiare non vede l’ora di tornare in aula tutti i giorni”.

“Noi siamo quelli più grandi – termina Federico – e ben consci della situazione. Applichiamo alla lettera le norme di protezione con grande responsabilità, sapendo che sbagliare potrebbe farci tornare indietro. Mascherina sempre, mani disinfettate anche solo per passare una penna ad un compagno di banco, barriere di plexiglas davanti agli insegnanti. Speriamo che tutto ciò serva a farci tornare in presenza definitivamente il più presto”.