“Abbiamo letto i giornali ed ascoltato le soluzioni proposte in consiglio comunale. Forse non è ben chiara una situazione molto grave in cui versa la nostra provincia dal punto di vista della malavita organizzata, o forse la si tace nonostante un incontro in prefettura dove non crediamo, pur non essendo stati presenti, che i toni ed il clima non siano stati decisamente rassicuranti”, dichiara la lista civica di TaggiaProgetto Comune” a proposito dell’incendio avvenuto alla Marr la notte del 13 novembre e del successivo vertice in prefettura del Comitato di sicurezza.

“Si propone ai cittadini di essere vigili e collaborare “chi ha visto anche qualcosa che ritiene insignificante, potrebbe essere utile che lo comunicasse alle forze dell’ordine, in modo da allargare il campo delle indagini” oppure la proposta in consiglio comunale, di ieri sera, di pensare per un progetto di videosorveglianza in città. Questi sistemi avrebbero funzionato, forse, ai tempi della grande “mano nera” nelle città statunitensi, dove piccole estorsioni ai danni di commercianti, piccoli imprenditori, prostitute o bische clandestine, rappresentavano la quotidianità”, puntualizza la lista. “Sono finiti i tempi del capo mandatario, con il profilo basso, docile pensionato, con il diploma elementare in tasca. Ormai siamo alla terza generazione. Hanno colletti bianchi, frequentano la palestra sotto casa, elargiscono sorrisi e caramelle, si sono perfettamente mimetizzati ed ahinoi integrati. Non combattono più le istituzioni con omicidi o stragi, ci si infiltrano”.

“Quando si chiede ai cittadini collaborazione riferendo ciò che vedono, significa che si stanno invertendo i ruoli e non c’è l’idea di contestualizzare la criminalità organizzata e la conseguente metamorfosi, come immaginiamo le prefetture intendano fare, ovvero siamo noi cittadini che dobbiamo chiedere alle istituzioni, agli amministratori, che se vedono o percepiscono qualcosa che ritengono anche insignificante, possono comunicarlo alle forze dell’ordine. Con la videosorveglianza forse potremo facilitare le indagini per un incidente all’incrocio, per uno scippo o al limite per trovare il piccolo spacciatore, ma la vera malavita organizzata, non la troviamo sulle strisce pedonali delle nostre strade, è comodamente seduta in poltrona con un computer davanti a controllare indici di borsa, home-banking e gestire il rientro dei capitali dall’estero per renderli puliti, o come organizzare una gara d’appalto o più facilmente di subappalto”, continua “Progetto Comune”. “La sburocratizzazione delle gare di appalto sicuramente potrebbe portare a velocizzare i lavori ma implicherebbe una facilitazione ad infiltrazioni mafiose. Elevare la spesa contante comporta seriamente un grande problema, non è tanto il rischio di evasione di piccoli artigiani, ma è una facilitazione al riciclaggio di denari provenienti da traffici illeciti”.

“Quindi evitiamo di responsabilizzare il cittadino come unica soluzione al problema, oppure di avere le telecamere da Grande Fratello, che tutto vedono, e sottolineiamo ancora totalmente inadatte all’entità del problema. Oggi la soluzione deve trovarsi a grandi livelli politico amministrativi, proporzionati a quelli della malavita organizzata, attraverso le grandi banche, gli appalti. Come diceva Falcone ‘segui i soldi e troverai la mafia’”, conclude.