Questa mattina presso la biblioteca civica Leonardo Lagorio di Imperia, gli studenti del triennio chimico dell’ITI Galilei hanno partecipato alla conferenza “La guerra senza fine: il lungo impatto sulla salute e sull’ambiente dei conflitti armati”, tenuta dal dr. Matteo Guidotti del CNR di Milano, membro dell’Organizzazione Internazionale per la Proibizione delle Armi Chimiche dell’Aia e promossa dall’associazione culturale ApertaMente del capoluogo.

Il dr. Guidotti ha cominciato il suo intervento con un’introduzione sul concetto di chemiofobia, la paura dei prodotti chimici, e ha sottolineato come ogni scoperta scientifica e tecnologica presenti aspetti ambivalenti: da un lato può portare a uno sviluppo e alla crescita della società, dall’altro può essere trasformata in un fattore di pericolo e un elemento di distruzione. Molte sostanze chimiche tristemente conosciute per la loro efficacia in guerra sono state invece pensate con l’intento di favorire l’umanità; sono esempi di questo tipo il nitrato di ammonio, fertilizzante fondamentale ma anche componente degli esplosivi, e la dinamite, arma potentissima ma anche strumento per la costruzione di tunnel e strade.

Il ricercatore ha quindi sottolineato come già gli antichi Romani considerassero non etico utilizzare armi chimiche (avvelenare i pozzi dell’acqua) per costringere alla resa le popolazioni da conquistare e come, purtroppo, dopo il 1900 questo saggio punto di vista sia stato abbandonato. In occasione della I Guerra Mondiale infatti e nei conflitti successivi al 1950 vennero utilizzate molte armi chimiche con l’intento di abbreviare il tempo del conflitto, ottenendo invece un con costo in termini di vite umane molto elevati. 

L’intervento si è poi concluso con una riflessione affidata agli studenti del corso chimico, impegnati nei laboratori didattici in analisi ambientali delle acque e dei terreni: la guerra può portare anche danni a lungo termine con inquinamento irreversibile di fonti d’acqua e del suolo a causa dei metalli pesanti contenuti nelle munizioni, come testimoniano le zone rosse ancora presenti nelle campagne di Lille, e alla distruzione di grosse porzioni di foresta, come nel caso dei defolianti utilizzati nella guerra del Vietnam. In alcuni casi, come per l’Ucraina, i dati saranno rilevabili solo tra molto tempo e solo a conflitto terminato ma si può già pensare che le ripercussioni di questo conflitto interesseranno lo stile di vita e la qualità dell’ambiente di tutto il continente europeo.

Il dr. Guidotti ha quindi invitato i ragazzi ad essere buoni utilizzatori della chimica per il progresso etico dell’uomo, ricordando che, come diceva il prof. Hoffmann: “Non esistono molecole cattive, solo uomini malvagi”. 

L’incontro è stato considerato fondamentale dai docenti del Polo Tecnologico – che ringraziano l’associazione ApertaMente per l’invito – per far comprendere ai futuri tecnici l’impatto duraturo e profondo sull’ambiente dell’utilizzo di esplosivi e degli armamenti. La convinzione della scuola di chimica di Imperia è infatti quella di costruire professionisti con un’etica robusta, impegnati nella difesa dell’ambiente e della pace.