guido abbo

Imperia al Centro ha presentato un’interrogazione per conoscere le intenzioni dell’amministrazione in relazione alla richiesta di una società di Lavagna di installare un impianto per l’allevamento di orate e branzini, costituito da una decina di gabbie galleggianti, nella zona fra Galeazza e Galeazzone.

“Tali impianti possono comportare molti problemi di carattere ambientale, a causa delle deiezioni dei pesci, degli scarti di mangime, dei residui di antibiotici con conseguenze negative per l’ambiente circostante e per la balneazione – scrive il capogruppo Guido Abbo. Desta preoccupazione anche l’impatto paesaggistico, visto che le gabbie sarebbero ben visibili dalle spiagge e dalla passeggiata della c.d. “incompiuta” che, con il prolungamento della ciclabile verso Diano Marina, dovrebbe diventare ancora di più un fiore all’occhiello turistico.

Imperia potrebbe soffrirne anche per quanto riguarda l’immagine di città di alto livello gastronomico, posto che chi si trovasse a passeggiare in quella zona sarebbe indotto a pensare che i ristoranti imperiesi servano pesce di allevamento piuttosto che pescato fresco. Infine, tali impianti interferiscono anche con le attività di pesca professionale e sportiva, e in generale con tutte le attività legate al mare.
Pur con il massimo rispetto per un imprenditore che vuole impiantare un’attività ci pare che la zona della Galeazza non sia idonea in quanto, oltre ad essere molto cara agli imperiesi, è particolarmente strategica per l’ambiente naturale, la balneazione, il turismo, il paesaggio; visti i rischi di ricadute negative, auspichiamo che il Sindaco e l’Amministrazione riflettano bene, prima di sacrificare il nostro mare e le nostre spiagge a una richiesta di sfruttamento commerciale”.

Questo il testo completo:

Premesso:

  • che da notizia di stampa risulta che una società di Lavagna avrebbe intenzione di installare un impianto per l’allevamento di orate e branzini, costituito da una decina di gabbie galleggianti nella zona fra Galeazza e Galeazzone, sulla base di una concessione demaniale rilasciata nel 2008 ma mai utilizzata;
  • che la stessa società ha in opera impianti simili in mare aperto nella zona di Lavagna, e che studi scientifici hanno dimostrato che quando un ecosistema è ormai troppo compromesso per ospitare un allevamento, l’impianto è semplicemente spostato altrove;
  • che gli scarti degli allevamenti composti dalle deiezioni dei pesci, dagli scarti di mangime, dai residui di antibiotici potrebbero causare forti squilibri ambientali con il cambiamento della composizione chimica dell’acqua e innescare fenomeni di eutrofizzazione (crescita incontrollata di alghe e fitoplancton) con conseguenze negative per l’ambiente circostante, soprattutto a livello dei fondali, e ciò avrebbe ripercussioni pesanti per la balneazione;
  • che desta preoccupazione anche l’impatto paesaggistico, visto che le gabbie sarebbero ben visibili dalle spiagge e dalla passeggiata della c.d. “incompiuta” che peraltro dovrebbe a breve diventare il prolungamento della pista ciclabile verso Diano Marina;
  • che è da verificare se tale impianto possa interferire con le attività di pesca imperiesi o comunque nuocere loro sotto il profilo della concorrenza ;
  • che dal punto di vista dell’immagine la città di Imperia potrebbe soffrirne anche per quanto riguarda l’aspetto gastronomico, posto che chi si trovasse a passeggiare in quella zona sarebbe indotto a pensare che i ristoranti imperiesi servano pesce di allevamento piuttosto che pescato fresco;
  • che nella zona di Capo Berta esiste un S.I.C. (sito interesse comunitario) che è parte di un sistema caratterizzato da un inestimabile patrimonio naturalistico;
  • che, per tutto quanto sopra, pare vi sia un forte rischio di ricadute negative sul paesaggio, sull’ambiente, sul turismo e sulle attività economiche legate al mare non solo di Imperia ma anche del golfo Dianese, mentre non pare vi possano essere significativi risvolti favorevoli per la cittadinanza;
  • che l’art. 47 lett. b) del codice della navigazione prevede la possibilità per l’amministrazione di dichiarare la decadenza della concessione per mancata esecuzione delle opere prescritte all’atto di concessione, o per mancato inizio della gestione, oppure in caso di non uso continuato della stessa, circostanze che sussistono, tutte, nel caso in specie;

Si chiede

 –          se l’amministrazione abbia intenzione di consentire l’installazione di tale impianto.