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“Questo è di nuovo un momento molto delicato nella storia della pandemia da COVID-19, in cui ognuno è chiamato a contribuire quanto può perché il sistema sanitario non sia sopraffatto”. A dirlo è la professoressa Mara Lorenzi nel fare il punto della complessa situazione del virus nella nostra provincia. “Il Ponente ligure sta affrontando una recrudescenza di contagi e di pressione sul sistema sanitario più intensa che altrove, in parte perché il tasso di vaccinazione è solo al 75%, e in alcuni comuni dell’entroterra anche inferiore al 70% (rispetto all’85% in Italia). E dovremo presto affrontare, come tutto il paese, un ulteriore aumento di contagi causato dalla combinazione delle festività natalizie e dalla diffusione della variante Omicron. Gli Stati Uniti ci hanno offerto un’anteprima con le festività di Thanksgiving a fine novembre. I viaggi di milioni di persone per raggiungere le famiglie e i grandi ritrovi conviviali hanno causato un aumento del 50-70% dei contagi giornalieri e delle ospedalizzazioni. Quando poi si è aggiunta una forte diffusione della variante Omicron, la Mayo Clinic e altri nove sistemi ospedalieri hanno fatto inserzioni sui giornali per dichiarare che erano vicini ad essere sopraffatti e per chiedere alla popolazione di vaccinarsi, usare la mascherina, lavarsi le mani, e fare un test per COVID in caso di sintomi anche lievi. Il 21 dicembre il governatore del Massachusetts ha chiamato la Guardia Nazionale ad assistere gli ospedali in mansioni non cliniche. Gli Stati Uniti partivano svantaggiati rispetto all’Italia perché hanno una minor percentuale di vaccinati (solo il 60%) e non hanno lo strumento del green pass. Ma se vogliamo sperare che in Italia l’impatto di festività e diffusione di Omicron sia minore, dobbiamo dare piena funzionalità a tutti gli strumenti che abbiamo”. 

“In questa provincia in particolare – prosegue – occorre accelerare la vaccinazione e soprattutto le terze dosi. L’alta contagiosità della variante Omicron è dovuta alla sua capacità di evadere l’immunità acquisita sia da pregresso COVID-19 che da vaccinazione iniziale; e sembra trovare una barriera solo nell’alto livello di anticorpi neutralizzanti che si sviluppa dopo la dose booster (dati rilasciati il 17 dicembre 2021 dall’Imperial College London nel contesto di un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità). Ma anche prima delle terze dosi la vaccinazione primaria ha tre ruoli vitali. Protegge comunque dalla malattia grave. Previene l’emergere di nuove varianti, perché le varianti nascono dove c’è alta replicazione del virus. Tutte le varianti “preoccupanti” che hanno preceduto Omicron si sono sviluppate nel 2020, prima dell’inizio della vaccinazione anti-COVID. E ora Omicron si è sviluppato e diffuso in Sud Africa, dove la percentuale di vaccinati è intorno al 25%. E infine un’estesa vaccinazione apre la strada ad una risoluzione della pandemia. Che potrà avvenire quando SARS-CoV-2 diventerà un virus endemico, come i virus del raffreddore o dell’influenza. Perché questo succeda occorre che quasi tutti nella popolazione siano stati vaccinati o infettati, o tutte e due le cose: solo allora non ci sarà più una grande platea di persone che sono bersaglio facile per il virus in quanto carenti di immunità. Si può arrivare a questo stadio anche lasciando correre l’infezione nella popolazione, ma quando la popolazione senza immunità è ancora numerosa, il rischio di sopraffare il sistema sanitario rende questa strada non raccomandabile”. 

“Per coloro che non si sono ancora vaccinati perché timorosi di complicazioni da vaccini basati su acidi nucleici (mRNA o vettori DNA), sarà disponibile da gennaio il nuovo vaccino di Novavax, che è basato solo su proteine del Coronavirus, come succede per il vaccino dell’influenza. Proprio perché Omicron è altamente contagiosa, e contro tale contagio la protezione offerta dal vaccino è bassa a meno di aver fatta la terza dose, diventa essenziale la protezione meccanica data dalla mascherina. In questo periodo deve essere usata sempre quando ci si trovi in presenza di altre persone in luoghi pubblici. Infine – conclude Lorenzi – il green pass può proteggere perché è uno schermo, seppur imperfetto, contro l’esposizione a persone potenzialmente molto contagiose in quanto senza immunità. Perché il green pass sia efficace è indispensabile che ci sia un controllo sistematico della sua implementazione da parte delle forze dell’Ordine, specialmente all’interno dei ristoranti dove si sommano molti meccanismi di contagio. È anche necessario che i risultati dei controlli vengano resi noti pubblicamente per essere deterrente contro chi cerca di abusare. Abbiamo chiesto tali controlli e pubblicità dei risultati in una mozione presentata in Consiglio comunale a Bordighera, e notato che Sanremo è molto attiva in tale strategia”.