monaco

Sono solo pochi chilometri di distanza, ma dalla nostra provincia al Principato di Monaco sembra sia tutto un altro mondo. La differenza diventa imbarazzante proprio in questi giorni di crisi sanitaria mondiale se si prendono in esame le misure a sostegno delle persone che sono costrette all’inattività parziale o totale a causa dell’isolamento.

Il Ministro delle Finanze e dell’Economia monegasco ha annunciato un danno economico per le casse pubbliche che si aggira intorno ai 460 milioni di euro, una cifra che somma le spese supplementari da affrontare in questo trimestre pari a 280 milioni per il sostegno al mondo del lavoro e i mancati introiti da grandi eventi annullati (Master di tennis e Gran Premio di F1 in primis) che raggiungono i 180 milioni di euro.

Quasi mezzo miliardo non è uno scherzo nemmeno per le ricche finanze del Principato anche se decisamente sopportabile a fronte di un budget di un miliardo e mezzo che era stato stanziato per il 2020. Lo Stato attinge direttamente da un fondo di ‘riserva costituzionale’ che ammonta ad un totale di 5 miliardi, tra investimenti e liquidità. Da questa liquidità immediatamente utilizzabile arriveranno le risorse da destinare ai salariati con stipendio base, gli interinali, i lavoratori non dipendenti (le nostre P. Iva ad esempio) e le piccole imprese.

Ed ecco il punto: lo Stato pensa di intervenire dando la precedenza a chi ha lo stipendio più basso, cioè quelli che arrivano al massimo a 1.800 euro al mese, l’equivalente di uno stipendio medio italiano, e che si vedrebbero ridurre il mensile del 20% a causa della messa in cassa integrazione. Il Ministro ha assicurato che saranno le casse principesche a coprire questa differenza, aiutando quindi circa 9.000 dipendenti di questa fascia con un contributo totale mensile che si aggira su 1.600.000 euro. Da sottolineare che il 75% degli impiegati a Monaco non è residente, la maggior parte si tratta di francesi e poi di italiani.

“Questo sforzo – dicono dal Governo – va incontro ai bisogni delle fasce più deboli”.

Resta da aggiungere che non stati dimenticati gli ‘indipendenti’ ai quali è stato assicurato un contributo straordinario minimo di 1.800 euro mensili a partire dai primi di aprile per il mese di marzo, ma dovranno dimostrare di aver cessato la loro attività o di averla ridotta drasticamente. Ad ottenere questo bonus saranno tra 2.000 e 2.500 indipendenti che costeranno 3 milioni al mese allo Stato.