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Riviera Time è tornata a intervistare la professoressa Mara Lorenzi per parlare di vaccini ed eventuali controindicazioni alla luce delle più recenti ricerche scientifiche.

“L’argomento di oggi dà l’opportunità di riconoscere ancora una volta il contributo della scienza alla sicurezza della campagna vaccinale anti-COVID. La rete di sorveglianza per effetti collaterali dei vaccini aveva reso noti da qualche settimana rarissimi eventi di trombosi con diminuzione delle piastrine del sangue in persone che avevano ricevuto il vaccino AstraZeneca. In Inghilterra la frequenza era stata di 4 casi per milione di vaccini somministrati. Il 13 aprile 2021 il Federal Drug Administration degli USA ha sospeso la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson perché in 6 persone (su 6.8 milioni di persone vaccinate) si erano manifestate le stesse complicazioni.

Due articoli pubblicati il 9 aprile sul New England Journal of Medicine (NEJM) chiariscono in buona parte il meccanismo di queste trombosi. Il meccanismo dà una spiegazione plausibile al fatto che si siano verificate dopo i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, due vaccini che usano un vettore DNA; e suggerisce come limitare in futuro il danno alle persone.

La combinazione di trombosi di vene o arterie da una parte, e la diminuzione di piastrine dall’altra, ha fatto pensare i ricercatori ad una nota sindrome causata dall’eparina. L’eparina, farmaco usato per prevenire la tendenza alle trombosi dopo chirurgie o immobilizzazione, ha una forte carica negativa, e nella circolazione può formare complessi con una proteina con carica positiva chiamata PF4, che incontra sulla superficie delle piastrine. In una piccola percentuale di persone i complessi inducono la formazione di anticorpi, che nel legarsi a PF4 sulla superficie delle piastrine attivano le piastrine stesse. E le piastrine – che sono dei portatori di molecole adesive e procoagulanti con il compito di riparare ogni piccola lesione e prevenire emorragie -, quando sono attivate in massa si aggregano, si frantumano, e riversano il loro carico adesivo nel sangue creando i trombi che occludono i vasi. Se tante piastrine vengono usate e sequestrate nei trombi, ecco che il loro numero nella circolazione diminuisce, e in altri distretti possono verificarsi emorragie.  

Andreas Greinacher (NEJM 9 Aprile 2021) ha perciò studiato se il siero dei pazienti che 5-16 giorni dopo la prima dose di AstraZeneca avevano avuto trombosi di vene cerebrali o addominali o di altri distretti in presenza di bassi livelli di piastrine, contenevano anticorpi contro PF4. E ha trovato tali anticorpi. Queste persone non avevano ricevuto eparina che giustificasse gli anticorpi; ma vale l’ipotesi che il DNA proveniente dal vettore dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, avendo carica negativa come l’eparina, possa avere un ruolo simile nello scatenare la risposta immunitaria che porta alle trombosi. 

Questi studi rendono ora possibili interventi tempestivi e mirati per le persone che sviluppano sintomi sospetti dopo i vaccini DNA. Si potrà (I) far subito uno screening misurando le piastrine e indici di coagulazione quale il D-dimero, (II) perseguire diagnosi specifica facendo reagire il siero dei pazienti con PF4 in immunoassay disponibili commercialmente, e (III) intervenire con anticoagulanti che non siano eparina e con alte dosi di immunoglobuline endovena che inibiscono l’attivazione delle piastrine.

Saranno le agenzie regolatorie a decidere il futuro dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson. Bisognerà continuare la sorveglianza per verificare se i casi di trombosi rimangono rarissimi come sono stati finora, se rimangono limitati a persone più giovani dei 55 anni di età, e se si riesce ad identificare qualche elemento di predisposizione nelle persone che sviluppano le trombosi. Se queste informazioni saranno rassicuranti, si potranno formulare direttive che salvaguardino la salute delle persone ma permettano l’uso dei vaccini. Perché non possiamo dimenticare che l’unica via d’uscita dalla pandemia è la vaccinazione “globale”, e che verso tale obiettivo i due vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson sono alleati decisivi in quanto la loro conservazione e trasporto non richiedono il freddo da freezer, e il vaccino Johnson & Johnson è efficace dopo un’unica somministrazione”.