La tragica storia di Giulia Cecchettin – la 22enne uccisa a coltellate e poi lasciata rotolare da un dirupo da 50 metri sul lago di Barcis – per la quale è stato arrestato il fidanzato Filippo Turetta, ha lasciato sgomento l’intero paese. La diffusa reazione di associazioni e del popolo del web è stata veemente; mentre il Corriere della Sera pubblicava la toccante lettera di Elena, sorella della vittima, che ha descritto Turetta come un ‘figlio sano della società patriarcale, pregna della cultura dello stupro’. Non un mostro né un malato.

Non sarebbe un episodio isolato dunque o da inquadrare in una questione privata; un omicidio invece che rientra in una condizione più profonda e radicata nella società tesa a normalizzare – se non incoraggiare – la violenza di genere. Quella che appunto, dal 1975 con l’uscita del documentario Rape Culture, viene definita ‘Cultura dello stupro’.

L’eco della vicenda di Giulia Cecchettin arriva forte e rumoroso nella provincia di Imperia, a 600 km di distanza, che secondo l’analisi di Lab24, l’area di sviluppo dei dati de ‘Il Sole24ore‘, occupa il primo posto nell’indice di criminalità in tre differenti voci. Fa rabbrividire la media di 23,5 denunce per violenze sessuali, ogni 100.000 abitanti, che consegna uno dei tristi primati. Ad aggravare la situazione, va considerato il peggioramento del dato dal 2022 quando la provincia di Imperia era terza nella graduatoria nazionale con una media di 16,3 denunce. Seguono Bologna e Trieste, già presenti nel podio dello scorso anno.

Per altro verso, va sottolineato come la popolazione ponentina si stia dimostrando tra le più coraggiose denunciando abusi, sevizi e violenze, effetto dell’efficace apparato territoriale costituito da consultori, sportelli e centri di ascolto. Tema anch’esso rinvigorito dai recenti fatti di cronaca: il coraggio di denunciare è una delle armi principali per combattere questa guerra sociale.

Nelle ventisette categorie considerate, Imperia figura al primo posto anche per quanto riguarda le denunce per percosse: 68,7 ogni 100.000 abitanti. Oltre a quello di contraffazione di marchi e prodotti industriali (35,1 denunce).
Peggiorano la situazione, le 222,5 denunce per minacce e le 177,8 per lesioni dolose: entrambe certificano il secondo posto nelle singole categorie, rispettivamente dietro a Vibo Valentia e Trieste.

Il dato dell’indice di criminalità, che a sua volta rientra nel reportage 2023 inerente alla Qualità della Vita, viene certificato dal secondo posto nelle denunce per Associazioni per delinquere (2,9 dietro ad Isernia); dal quarto per delitti informatici (117,3); dal settimo posto per sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile (5,8), dato sul quale la Liguria ha la bandiera nera con LaSpezia 4° (a 6,5), Savona 5° (con 6 esposti) e Genova (19° con 3,8). Altri numeri sui quali riflettere sono le 651,1 denunce (sempre su campione di 100.000 abitanti) per danneggiamenti.