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“Il Parasio era completamente diverso da quello che è oggi. Io sono nato in questo quartiere e ho visto e seguito la sua profonda trasformazione. A un certo punto di nativi, diciamo così, eravamo rimasti ben pochi”.

Un uomo, un’associazione, un quartiere. Non ce ne vogliano gli altri membri, ma Giacomo Raineri è tanto Circolo Parasio e il Circolo Parasio è un po’ Giacomo Raineri. Dopo 51 anni, qualche giorno fa, ha deciso di appendere al chiodo i galloni di presidente per, come dice lui: “…fare spazio ai giovani”.

Dal 1969 è stato primo e unico, fino al subentro di Simona Gazzano, vertice del circolo. Associazione che, tra gioie e dolori come tutte d’altronde, ha contribuito al cambio di marcia di un luogo che è diventato una delle indiscusse perle di Imperia.

Con lui abbiamo voluto ripercorrere la trasformazione del rione Parasio e alcune delle più grandi soddisfazioni del circolo omonimo proiettandoci anche sul suo futuro.

“Oggi è un quartiere migliorato. In quegli anni il Parasio lo configuravano come ghetto e forse la mia è stata anche una rivalsa – spiega Raineri. Undici amici che vivevano questo quartiere, da lì nasce li circolo, e che hanno sempre dato un grosso contributo. Non è un caso avere avuto qui Pertini, Spadolini, il premio Nobel Dulbecco o il campione di calcio Gerhard Muller che giocò nella squadra del Circolo Parasio quindici giorni dopo essere stato capocannoniere dei mondiali di Messico ’70.  E non è un caso che il premio del circolo, vinto anche dal sindaco Claudio Scajola quando era ministro, sia diventato premio della città di Imperia”.

Raineri è un po’ la storia del Parasio, ma cosa ne sarà del futuro del quartiere?

“Questo quartiere ha acquisito fascino e dico sempre che se le agenzie immobiliari pongono il Parasio come loro biglietto da visita qualcosa vorrà dire – risponde. 50 anni fa non lo avrebbe fatto nessuno. Credo che questo quartiere abbia una forte potenzialità e valorizzarlo sia un bene per tutta la città e non fare un piacere ai singoli. Per le città di costa ai turisti non basta andare al mare, ma devono essere offerte anche passeggiate e altro. Le 30, 40 persone che vengono la domenica, con il Gira Parasio, hanno fame e voglia di conoscere la storia, i carruggi e le bellezze di questo nostro quartiere”.

Conclusione dedicata al rapporto viscerale dello stesso Raineri con il circolo da lui fondato e la sua sede di piazza Pagliari: “Qui non mi sento mai solo, ma sono sempre in presenza di tutti gli amici che mi hanno accompagnato in questi 51 anni. Tanti purtroppo sono morti, ma rimangono con me. Amicizia e solidarietà sono stati i due valori che c’erano, ci sono e mi auguro continuino a essere nella vita di questa associazione”.

L’intervista completa a Giacomo Raineri e le immagini dello splendido Parasio nel videoservizio di Riviera Time.