L’estate sta finendo e l’omofobia non se ne va

Questa estate 2017 sta volgendo al termine e molti di noi la ricorderanno come una delle più aggressive nei confronti della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). La nostra regione non è stata immune da attacchi omofobici quest’estate e nemmeno la nostra piccola provincia, come ricorderemo tra poco. Stando a “Il Sole 24 Ore” quest’estate 2017 ha visto un caso di omofobia denunciato ogni tre giorni.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è stato registrato in provincia di La Spezia, a Lerici per l’esattezza, dove sono stati affissi cartelli con la seguente scritta “uccideremo gli insegnanti del gender che vanno nelle scuole ad imbastardire i nostri figli”. Ovviamente quella del gender, come già spiegato in un articolo di questa rubrica, è una teoria inesistente, quindi non possono esistere neanche insegnanti di una teoria che non c’è. Pesano però, e non devono essere sottovalutate, le parole di chi invoca la morte per tutti coloro che volessero, non è chiaro come, “diffondere l’omosessualità nelle scuole”. Parole deliranti sintomo di un’atmosfera poco distesa che si è creata in questi ultimi anni in Italia tra sostenitori ed oppositori dei diritti civili.

Solo poche settimane fa, ricordiamo, a Santo Stefano al mare, una giovane coppia di Torinesi ha denunciato di essere stata aggredita verbalmente da un gruppo di ragazzini con insulti offensivi a carattere chiaramente omofobico. Ma il caso più eclatante dell’estate viene senza dubbio da Ricadi (Vibo Valentia) dove un Bed and Breakfast ha rifiutato di accogliere una coppia omosessuale precisando che nella loro struttura non si accettano né gay né animali. Questa triste iniziativa (che tra l’altro costituisce un reato) è stata emulata da altre strutture in Italia da nord a sud.

Perché questo inasprimento delle aggressioni a stampo omofobico e perché proprio ora?

Per prima cosa è bene ricordare che oggi sempre più persone vivono apertamente la loro omosessualità e quindi la comunità LGBT gode di una visibilità mai avuta prima. Un dato interessante che proviene dagli Stati Uniti ci dice che se venti anni fa solamente il 20% della popolazione statunitense dichiarava di conoscere almeno una persona omosessuale, oggi questa percentuale si aggira intorno al 70%.

Quindi l’omosessualità non è più percepita come qualcosa che riguarda gli altri, bensì come un tema che concerne tutti e pertanto fa più paura di prima. Il secondo punto da tenere a mente è che negli ultimi decenni partiti politici e note comunità religiose hanno attuato una campagna di disinformazione a discapito delle persone omosessuali e trasngender con il preciso intento di discreditare la nostra comunità agli occhi del popolo italiano. Questo per un mero tornaconto elettorale, i primi, e per riempire luoghi di culto sempre meno frequentati, i secondi.

E visto che l’estate sta finendo, come ci ricordano ogni anno i Righeira, speriamo che l’autunno e l’inverno, come la notte, portino consiglio.

 

Marco Antei