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Misure concrete e immediate per il settore agricolo: è quanto chiede la Cia – Agricoltori Italiani per fronteggiare le ricadute economiche dell’emergenza Coronavirus. Una situazione particolarmente delicata, anche a fronte dell’entrata in vigore del Dpcm 9 marzo 2020 recante nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale, per il quale da oggi tutta Italia diventa “zona protetta”.

“Siamo in costante aggiornamento per verificare la situazione a livello locale e regionale – spiega Gianfranco Croese di Cia Imperia. – Le problematiche al momento riguardano gli agriturismi, che stanno ricevendo continue disdette nelle prenotazioni, come avviene per gli alberghi e per le altre strutture ricettive. Il panorama di queste attività sta diventando nero”. In questi giorni Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, ha segnalato per gli agriturismi una pioggia di disdette che arrivano a sfiorare anche il 50% in tutta Italia. “Bisogna intervenire su credito e imposizione – aggiunge Croese. – Per gli agriturismi servono agevolezioni nella tassazione, stiamo lavorando per presentare un piano a Regione Liguria. Per le altre imprese chiediamo la riduzione o quantomeno lo spostamento degli oneri contributivi”.

L’istituzione della ‘zona rossa’ inoltre causa una riduzione della richiesta per i produttori di piante, ornamentali e aromatiche. “C’è preoccupazione per la stagione delle piante che va da adesso fino a maggio – dichiara – ad esempio per le aromatiche nell’albenganese e per i produttori dell’imperiese. Si spera che gli ordini fatti soprattutto dall’estero non vengano totalmente a mancare”. Quello della floricoltura è uno dei settori trainanti per l’economia del Ponente ligure: “Ci sarà sicuramente un problema per il consumo nel Nord Europa, anche per via del rallentamento delle attività. Per quanto riguarda l’estero, la preoccupazione è che gli ordini fatti vengano tagliati o ridotti: quello potrebbe essere veramente un tracollo”.

Non sono escluse misure anche per olio e vino, prodotti di eccellenza del Made in Italy. Per il settore vitivinicolo, questo si basa soprattutto sulla ristorazione, che da quest’oggi, anche in Provincia di Imperia, è sottoposta a nuove misure restrittive. “Il rischio è che una grande quantità resti invenduta – aggiunge Croese. – Per l’olio invece, al momento le richieste del mercato del vicino Piemonte ci sono; le preoccupazioni riguardano l’export. Ad oggi il Nord Europa non ha dato segnali particolarmente negativi, però molte aziende iniziano a chiamare per via dell’impossibilità di partecipare ai mercatini e per la riduzione dei mercati locali. Sicuramente faremo una richiesta che riguardi credito, adempimenti amministrativi e contributi, almeno per rimandare le scadenze”.

Nel frattempo si guarda al proseguimento dell’attività produttiva: “Servono proroghe, al momento sono in scadenza i permessi per acquistare i prodotti per l’agricoltura e sono stati sospesi i corsi. Bisogna andare avanti con l’attività produttiva, oltre che con quella commerciale” conclude.