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Noi divenimmo intanto a piè del monte;
quivi trovammo la roccia sì erta,
che ‘ndarno vi sarien le gambe pronte.
Tra Lerice e Turbìa la più diserta,
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole e aperta”.

Divina Commedia, Purgatorio, Canto III

Con queste parole il sommo poeta Dante Alighieri, nel terzo canto del Purgatorio, descrive il monte su cui le anime si incamminano per purificarsi fino a giungere nel Paradiso.

Un monte aspro e imponente per il quale Dante non trovò modo migliore di descriverlo se non paragonandolo alle erte coste liguri, alle scoscese montagne che si tuffano imperiose nelle acque del mare.

Uno spot turistico d’eccellenza contenuto nella Divina Commedia, scritto dal più grande poeta di tutti i tempi che vogliamo ricordare oggi, a 700 anni dalla sua morte avvenuta nel mese di settembre del 1321. L’odierna data del 25 marzo è invece stata scelta perché corrisponderebbe all’inizio del viaggio nei gironi dell’inferno.