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“Lo stato di avanzamento finanziario dei progetti europei in Liguria è sotto alla media delle Regioni italiane più sviluppate”, dichiara il procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone durante l’illustrazione del giudizio di parifica del rendiconto finanziario di Regione Liguria per l’esercizio 2021.

“I dati dimostrano un’incoerenza tra capacità progettuale e attuazione dei progetti, devono essere pertanto attuate azioni per migliorare la capacità di spesa dei fondi europei in Liguria”, precisa. “Per quanto riguarda il programma Por-Fse la Liguria è al terzultimo posto in Italia sull’avanzamento finanziario dei progetti europei, seguita da Marche e Umbria. Analogo discorso per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) dove la Regione Liguria si colloca al penultimo posto nella graduatoria della spesa pubblica”.

Il procuratore Giuseppone cita ad esempio “i ritardi nel progetto sulla banda ultra-larga che si prefigge di portare la connettività veloce nei territori a fallimento di mercato”.

In risposta a quanto riportato nella relazione della Corte dei Conti di parifica del rendiconto regionale 2021 con riferimento all’avanzamento complessivo dei pagamenti nell’ambito Fse 2014-2020 Regione Liguria precisa quanto segue.

“Come la relazione stessa riconosce, la spesa certificata al 31/12/21 per Fse Liguria 14-20 ha ampiamente superato il target per evitare il definanziamento automatico dei fondi. Questo andamento è in linea con le performance effettuate in tutto il periodo di programmazione, riconosciute dalla Commissione, che ha consentito nel 2019 l’attivazione della cosiddetta “riserva di efficacia” in favore del Por Fse Liguria, ovvero l’aumento delle risorse a disposizione dello stesso. Giova sottolineare che dal punto di vista della programmazione della spesa il Por Fse ha impegnato una quota superiore al 95 per cento della sua dotazione. Il limitato residuo sarà programmato dopo la legge di assestamento di bilancio quando torneranno disponibili le economie accertate in corso di gestione, nel rispetto della normativa contabile dettata dal decreto legislativo 118/2011.

Rispetto ai pagamenti si rileva nello specifico che la Liguria conteggia e segnala gli stessi applicando il metodo più rigoroso. I pagamenti segnalati (e pertanto presi in considerazione dalla relazione della Corte) sono riferiti esclusivamente a spesa già sottoposta ai controlli di primo livello (quindi al più avanzato stato di lavorazione prima della certificazione) ed al netto di eventuali rettifiche. Il dato dei pagamenti della Liguria, peraltro nella relazione della corte rapportato solo alla media delle regioni del centro nord, escludendo dal calcolo le regioni meridionali e i Programmi nazionali riferibili a Fse, è stato rallentato dagli effetti della pandemia che ha comportato, nonostante gli interventi correttivi apportati, un inevitabile rallentamento delle attività che non potevano essere svolte a distanza o che non erano abitualmente svolte in tale modalità (si pensi ai corsi di formazione per l’attuazione dei quali in tempi di lock down l’intero sistema ha dovuto darsi nuova organizzazione, nuove disposizioni e dotarsi dei necessari strumenti attuativi). Inoltre, a partire dall’inizio della pandemia, il Fondo Sociale Europeo ha messo in campo azioni di contrasto che hanno raggiunto tantissimi cittadini (Bonus Taxi, bonus turismo, tablet per le scuole, i contributi per i centri estivi) e con la conseguente maggiore complessità dei controlli, visti i numeri così alti. Regione Liguria ha comunque recentemente approvato un decreto di semplificazione delle procedure di controllo della spesa che consentirà di accelerare ulteriormente i tempi.

Per quanto riguarda invece il FESR, cioè il fondo europeo di sviluppo regionale, a giugno è già stato superato il target di spesa che la commissione richiede al 31 dicembre 2022. E secondo il report più aggiornato della rete rurale nazionale la Liguria è al 47% circa di risorse spese in rapporto a quelle programmate per quanto riguarda il FEASR, cioè il Fondo europeo agricolo di sviluppo regionale.

Regione Liguria continua a distinguersi sul fronte degli investimenti qualificati. Di fatto ha una quota di gran lunga superiore alla media nazionale di investimenti, che per loro natura mostrano dinamiche strutturali più lunghe rispetto alle misure a superficie con pagamento diretto, ma anche un ritorno sulla filiera duraturo e più significativo. Le misure a superficie sicuramente facilitano altre Regioni d’Italia e penalizzano la Liguria, che ha una superficie agricola di circa 40 mila ettari e non permetterebbe una agricoltura estensiva. Del resto l’agricoltura ligure punta tutto sull’eccellenza, sulla qualità e sulla garanzia sanitaria dei prodotti. Secondo il report più aggiornato della rete rurale nazionale, la Liguria è al 47% circa di risorse spese in rapporto alle risorse programmate. Altre Regioni hanno percentuali inferiori”.