Coronavirus, la situazione negli Usa raccontata dal musicista sanremese Davide Laura:
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Tutto ciò che è successo in Italia due settimane fa sta succedendo qui ora“. Queste le parole del musicista sanremese Davide Laura, che da qualche mese si è trasferito negli Stati Uniti. Con un’intervista via Skype abbiamo cercato di fare il punto della situazione oltreoceano, relativamente all’emergenza Covid-19, e sulle condizioni dei connazionali che al momento si trovano all’estero.

“Lo Stato dell’Illinois ha dato il coprifuoco a partire da ieri – aggiunge il musicista – io prima vivevo con mia moglie a New York. Quando abbiamo iniziato a capire che non era un posto sicuro dove rimanere, abbiamo fatto 15 ore di macchina e ci siamo spostati in Illinois”.

In America sono andati nel panico ieri: fino a una settimana fa il presidente degli Stati Uniti diceva che si trattava di una semplice influenza e che non bisognava preoccuparsi di niente. Anzi, invitava a spendere e a far girare l’economia”.

Davide Laura sottolinea poi le differenze tra il sistema sanitario italiano e quello americano: “Se tornare in Italia al momento è pressoché impossibile, rimanere qua è anche un azzardo dal punto di vista sanitario. Nessuna delle due assicurazioni sanitarie che possiedo mi coprirebbe in caso di contagio da Coronavirus. Qui, vedere un medico senza assicurazione significa rimanere indebitati a vita”.

Come è stata vista la situazione italiana da fuori? “La televisione americana è molto incentrata su ciò che succede in America. Si sono accorti della situazione italiana e ne hanno cominciato a parlare quando hanno visto che tante persone iniziavano a morire. Così hanno diffuso immagini terroristiche che non hanno fatto assolutamente bene al nostro Paese. Purtroppo, nonostante chi arriva in America viene subito accolto come cittadino americano, ci sono stati casi di razzismo anche qua”.

Davide Laura, che alterna la sua attività di concertista a quella di musicista di strada, conclude l’intervista con un auguro e uno sguardo rivolto al futuro: “Ci tengo – conclude – ad augurare un grande in bocca al lupo a tutti. Alla fine ti rendi conto di come questa esperienza ci stia accomunando tutti. Speriamo che passi in fretta e che potremo tornare di nuovo a festeggiare e a suonare per strada, che mi manca tanto“.