imperia al centro

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, Imperia al Centro fa alcune riflessioni sulla città capoluogo in periodo di coronavirus.

“Imperia al Centro è al fianco dei cittadini e rispettosa delle istituzioni, in questo momento cruciale per l’umanità. Dobbiamo resistere e superare questo periodo, tutti insieme, ma dobbiamo anche riflettere su cause e conseguenze, a lungo termine, di questa pandemia. Oggi, giornata mondiale della Terra, è il momento giusto per farlo.

Negli ultimi mesi abbiamo visto stravolte le nostre abitudini, abbiamo perso persone care e ora siamo consapevoli che molti aspetti della nostra vita subiranno contraccolpi.

Commercio, turismo e tanti altri settori faranno fatica a ripartire; si presentano difficoltà nella gestione dei rifiuti con un forte aumento di quelli sanitari pericolosi. Anche il riciclo si ferma a causa del blocco delle attività che utilizzano i materiali provenienti dalle raccolte differenziate.

Di fatto il Covid19 ha messo in evidenza i limiti del sistema globale e ci ha fatto capire che, se un ingranaggio s’inceppa, i beni e i servizi dei quali abbiamo bisogno rischiano di non esserci garantiti.

Abbiamo scoperto una rete famigliare, elastica e rapida nell’adattarsi, che è stata fondamentale per affrontare l’emergenza; dalle consegne a domicilio alla riconversione delle attività per produrre mascherine.

Per questo è giusto ripensare le nostre abitudini.

Dobbiamo puntare sul commercio a chilometro zero, ridurre l’impatto dei consumi e incentivare le attività locali; le nostre città possono adattarsi e cambiare portando benefici economici e per la salute e il benessere dei cittadini.

Le nostre riflessioni si articolano in quattro punti:

  1. Piccolo commercio
  2. Quartieri resilienti
  3. Smart work
  4. Mobilità sostenibile

1. Piccolo Commercio

Ci siamo accorti uscendo solo per fare la spesa e acquistare i beni di uso quotidiano di quanto avessimo sottovalutato l’importanza dei negozi di quartiere, che hanno risposto all’emergenza attivandosi con servizi di consegna a domicilio. Ne avremo bisogno anche in futuro e la loro presenza significa lavoro, presidio del territorio e quindi una città viva.

Ma dobbiamo per questo promuovere una rivoluzione tecnologica che sia disponibile per tutte le piccole attività; esse devono poter esistere come negozio fisico ma anche virtuale. Il negozio locale deve rinnovarsi per rispondere ai problemi del passato con nuove ricette: essere raggiungibile facilmente, consegnare a domicilio e battere lo svantaggio accumulato nei confronti della GDO e dei colossi dell’e-commerce.

Questo con una logica comune e un progetto che valorizzi il piccolo commercio locale attraverso una piattaforma di e-commerce, che ne metta in risalto la qualità.

2. Quartieri resilienti

I quartieri devono offrire un mix di servizi per la persona, privilegiare la circolazione a piedi o in bicicletta e garantire alle persone spazi verdi per ossigenarsi e fare attività motoria; la mancanza di attività motoria e l’inquinamento atmosferico ogni anno sono causa di mortalità molto elevata (80.000 morti premature in Italia ogni anno secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente). Bisogna investire sulla riqualificazione della città in modo che tutti i quartieri e le frazioni siano vitali, belli, vivibili. Non parcheggi, non dormitori.

3. Smart Working

Abbiamo imparato a usarlo, potremmo trovare un nuovo modo di lavorare anche dopo l’emergenza! L’uso della tecnologia per l’accesso ai servizi pubblici, e la remotizzazione di alcune attività di ufficio, può snellire le pratiche quotidiane e ridurre tutti gli spostamenti non necessari. Avremo meno consumo di combustibili fossili, città meno intasate e cittadini meglio serviti.

4. Mobilità sostenibile

Siamo al via di una grande opportunità per Imperia.

La progettazione e realizzazione di una rete ciclabile urbana, sfruttando il volano della pista ciclopedonale sugli ex binari ferroviari, può generare un cambiamento profondo.

Imperia può liberare spazi dalle auto e rinnovarsi grazie a questa infrastruttura, dare nuovo respiro a una mobilità di prossimità e quindi alle piccole attività. Imperia al Centro propone all‘Amministrazione di lavorare fin da subito per individuare qualche soluzione immediata per privilegiare, una volta tanto, chi si muove a piedi e in bicicletta invece che in automobile. Nella tanto attesa “fase 2” quando ci risveglieremo dal torpore del lockdown, i mezzi pubblici saranno per un certo periodo un possibile veicolo di contagio; per evitare il rischio di un traffico automobilistico ancora peggiore di prima si potrebbe individuare qualche percorso ciclopedonale con piccoli interventi, di quartiere, da realizzarsi semplicemente con una revisione della segnaletica orizzontale, per incentivare la mobilità sostenibile, iniziando ad abituare ed educare la cittadinanza.

È la strada percorsa dalle grandi città del nord Europa che hanno cambiato il proprio volto insegnando ai cittadini un nuovo modo di concepire le città. Usare la bicicletta per recarsi al lavoro, a scuola, per fare la spesa e per lavorare, può essere un’opportunità per la nascita di nuovi servizi dedicati al commercio, al turismo, allo svago.

Non solo l’emergenza ce lo chiede, ma l’Europa si propone di investire molto nella decarbonizzazione, spingendo su un’economia a basse emissioni e sul rinnovamento delle città come veri laboratori per il futuro”.