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La partita è finita da un po’: un capitano sta smaltendo la delusione, si è cambiato ed è pronto a raccogliere l’abbraccio consolatorio dei suoi cari, fuori dal campo; l’altro, tra selfie interviste e cori, non ha ancora lasciato il terreno che, poco prima, lo ha incoronato campione. Prima di congedare lo sferisterio, Massimo Vacchetto vede Federico Raviola, gli va incontro e allunga la mano: “Complimenti”. “Grazie Max!”. È il fugace momento raccolto da pochi privilegiati che vale una intera stagione.

Massimo Vacchetto rimane il fuoriclasse incontrastato del ‘balùn’: uno sport duro, anzi ‘crudele’ lo definì uno degli psichiatri più famosi del Ponente, mimetizzatosi tra il pubblico qualche partita fa. Nessuna sconfitta metterà in discussione la qualità del battitore più vincente in attività. E proprio per questo, il successo di Raviola – al secondo titolo personale – diventa ancora più bello e ammantato di gloria. Lui che nasce piemontese vero e, in una domenica di novembre, si trasforma nel re dello sport ligure, riportando lo scudetto dove mancava da 27 anni.

È tutto in quello scambio di battute. Al di là di ogni rivalità, di frecciate e siluri. Più di tutti hanno saputo divertire gli amanti della pallapugno, nella speranza di catturarne nuovi. I quasi 1.200 del ‘Capello’ fanno ben sperare e ogni presente a Cuneo avrà la propria figurina personale da portarsi dentro.

Il verdetto del campo parla nettamente a favore dell’Imperiese: punteggio giusto per quanto visto nella ‘bella’, meno se si raffronta l’intera stagione che comunque ha sempre visto i dolcedesi in testa alla classifica.
Prima c’è nuvolo, c’è il sole, piove, poi ci sono la gioia e la amarezza. È la pallapugno: lasciamo parlare il video di ‘Ciello‘ (con il preziosissimo contributo di LoSferisterio).