casa serena - alberto biancheri

Dramma assurdo. Nel veneto si dice “peso el tacòn del buso”, peggio la toppa del buco. Continui rinvii, la mancanza di capacità di chi deve decidere quando in ballo c’è la salute, l’assistenza sanitaria, l’incolumità, la tranquillità dovute a tutte le persone anziane ospiti nelle case di riposo, alle loro famiglie, sono inaccettabili. Nonostante Cgil, Uil, Cisl segnalino da quasi 2 anni disorganizzazione, disagi a danno degli ospiti, tutto questo sta purtroppo accadendo alla R.s.a.-residenza protetta Casa Serena di Sanremo. Com’è noto la situazione è precipitata dal 1 settembre scorso, quando il Comune, proprietario da 50 anni della struttura, capace di oltre 180 posti letto con attualmente presenti 95 ospiti, l’ha venduta alla società privata My Home. Probabilmente per far quadrare i bilanci il nuovo presidente e direttore responsabile, Rosario Maniscalco, come primo atto ha pensato fosse il caso di iniziare a ridurre i costi, lasciare a casa, senza stipendio, molti dei circa 90 dipendenti in forza nella gestione pubblica. Manifestare l’intenzione di voler diminuire quasi del 50% le ore lavoro di infermieri, Oss, personale addetto ad altri servizi. Inevitabilmente è nato il caos, proteste di ospiti e loro famigliari, la morte tragica di un’anziana ricoverata, denunce, indagini della polizia, della Magistratura, avvocati, interpellanze del centro destra all’opposizione, consigli comunali sulla “Tragedia Casa Serena”, incontri sindacali, Prefetto, sindaco di Sanremo. L’Asl1 ha fatto ripetuti sopralluoghi nella struttura annotando disservizi, analizzando pure l’ipotesi di non garantire a fine anno alla My Home i contributi della Regione Liguria di circa 600mila euro. Proteste, manifestazioni davanti al Comune dei “licenziati”.

Domani alle 9 il sindaco Alberto Biancheri incontrerà una delegazione della triplice sindacale estremamente delusa. “Casa Serena – accusa – è stata gestita con il completo disinteresse e grave disorganizzazione di Palazzo Bellevue. Fatti e risultati lo dimostrano. La comune sensazione è che alla fine, pur di disfarsi della R.s.a. di Poggio, del fastidioso (chissà perché) problema, tenendo poco conto del presente e del futuro dei vecchietti ospiti e di chi ci lavora, hanno ceduto al primo che hanno trovato. A qualsiasi prezzo”.

Il costo è noto, le condizioni di pagamento, somiglianti al “desbaratu”, anche. Il contratto, le clausole invece molto meno. Non pervenuti? Non capiti? Firmati troppo in fretta? A qualcuno dei cervelli di Palazzo Bellevue, loro esperti, tecnici del settore, solo ieri o quando ormai i buoi erano già in autostrada, si sono accorti che, forse, qualche passaggio, cavillo o una sola parolina li ha fatti o potrebbe farli prigionieri? È scattato l’allarme, il nuovo ciuffo garibaldino del sindaco Biancheri ha cominciato a danzare: macché revoca dell’aggiudicazione a My Home. Alt, blocchiamo tutto per altri 10 giorni. In questo tempo ricominciamo da capo, incontriamoci, analizziamo, verifichiamo ogni parola, punto, virgola, gli a capo, il senso, la logica, persino il respiro di questa vendita al dottor Rosario Maniscalco, nuovo dominus della R.s.a., di My Home e della Cooperativa Euroassistence. In parole povere se con la revoca del contratto c’è il rischio di cadere non dalla padella nella brace, ma addirittura in un vulcano in eruzione, stop al tempo. Cada il mondo, ma si tratti per altri 10 giorni. Parola d’ordine: non facciamoci altro male.

È andata così? Oppure… Visto che sbagliare è umano, che sbaglia anche chi poi diventa Santo non sarebbe più semplice per tutti, anche se può avere un costicino, dire la verità e provvedere?

In questo modo forse si potrebbe capire meglio l’ingarbugliatissima situazione. Anche l’ultima mossa del sindaco e del Comune di voler nominare un ispettore da mandare subito in struttura a Poggio per la verifica degli obblighi di legge. Su questo punto Cgil, Cisl, Uil vogliono la massima trasparenza: “Incaricate un esperto che sia persona super partes – raccomandano – che non abbia mai avuto a che vedere minimamente con questa vicenda, altrimenti si potrebbero configurare da parte nostra conflitti d’interesse. Agiremo immediatamente. Non possiamo permettere che una cinquantina di lavoratori da settimane abbiano perso il posto e busta paga. Che ad assistere i 95 ospiti di Casa Serena oggi ci siano solo circa 30 operatori invece degli 80/90 di prima”.  A Sanremo c’è tanta rabbia. Continua a crescere giorno dopo giorno. Molti si chiedono perché il Comune si sia infilato in questo tunnel, non abbia verificato con la lente d’ingrandimento ogni cavillo legale del contratto prima del 31 agosto. Prima di firmarlo.

Perché My Home poi, dopo averlo accettato, ha disatteso con un semplice comunicato stampa, velina del 2021, ignorandoci giustamente, quanto era stato concordato la settimana scorsa al termine di una riunione tra il vice prefetto, il sindaco Biancheri, i tre principali sindacati ed il dottor Maniscalco? Cos’è successo? Sindaco e vice prefetto glielo hanno chiesto?

Perché Palazzo Bellevue, se fosse possibile senza pagare dazio, è così contrario a prendere in affidamento in house, con gli stessi dipendenti che aveva prima, PROVVISORIAMENTE, la struttura di Poggio in attesa di un più consono acquirente in grado di garantire la migliore assistenza possibile di cui hanno diritto e bisogno i vecchietti?

Perché si preferisce lanciare di nuovo il pallone in tribuna, concedere nuove proroghe?

Perché altri 10 giorni? Perché non 10 ore? Prossimamente un mese?

Sindaco, maggioranza, opposizione, a cosa serve? Soprattutto a chi serve?

Ultima nota: a Casa Serena, a Sanremo e d’intorni, girano con insistenza voci pesanti. Si fanno nomi di professionisti, locali e no. Il più citato è un “foresto” ma non troppo. Ipotesi, strategie. Solo chiacchere? Invidie, tatticismi politici a buon prezzo? Se ci fosse del vero, anche solo una spruzzata, Sanremo rischierebbe di ricadere in atmosfere buie del passato. Ne vale la pena? Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. E se quello che oggi si sussurra, domani divenisse certezza? Possibile che dalle nostre parti non basti il Covid a farci ragionare?