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Disumano, sconvolgente, inverosimile quanto successo in una camera della residenza per anziani “Casa Serena”, a Poggio di Sanremo.

Un’anziana signora, ospite della Rsa, nella notte dal personale della struttura è stata trovata scomposta a letto quando per lei, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Morta, strangolata dalla cintura di costrizione che le era stata applicata per sicurezza, per protezione, per salvarla. Com’è potuto accadere? Da 24 ore se lo chiedono angosciati i familiari della poveretta, i sanremesi, tutte le persone che hanno saputo della tragedia.

Molti sono gli interrogativi a cui dovranno dare risposte precise il procuratore capo dottor Alberto Lari, che ha subito aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo; la polizia che sta indagando dall’alba di ieri ed ha iniziato a sequestrare cartelle cliniche dopo che i parenti della sfortunata ospite ne hanno denunciato l’incredibile morte e chiesto l’autopsia per sapere la verità sul decesso; i dirigenti di My Home, la società privata che dal 1 settembre è diventata proprietaria di Casa Serena, avendola acquistata a rate dal Comune di Sanremo e che finirà di pagarla tra 10 anni, che dovranno chiarire il sistema di sorveglianza notturna dei circa 90 anziani attualmente ospitati nella struttura. In particolare quanti dipendenti erano in servizio la notte tra lunedì e martedì, che tipo di controllo ed assistenza da parte infermieristica ed Oss riservato alla signora soffocata da cinghie di contenimento, visto che non sarebbe stata la prima volta che, si dice, per lei di notte veniva usata la cintura di costrizione essendosi, cadendo, fratturata una gamba e tempo ancora prima fatta male ad un polso. Un’ospite sicuramente bisognosa di particolare attenzione.

Di questa sciagura che ha scosso l’opinione pubblica oggi pomeriggio alle 17,30 inevitabilmente se ne parlerà a Palazzo Bellevue in un consiglio comunale blindato, inacidito, diviso, convocato da tempo per trattare proprio della controversa vendita alla My Home di Casa Serena ed anche del delicato caso “Rivieracqua-assessore Massimo Donzella“. Due problemi insidiosi per il sindaco Alberto Biancheri e la tenuta della sua maggioranza di centrosinistra. Una tragedia che poteva essere evitata? Per Cgil, Uil e Cisl, da tempo sulle barricate contro le decisioni del Comune reo di aver venduto un gioiello di famiglia per un pugno di lenticchie, la risposta è “sì”. Per i tre sindacati se Biancheri e la sua maggioranza fossero stati più cauti, meno precipitosi a cedere Casa Serena al primo che si presentava, perché temevano di non riuscire a coprire il suo passivo di 2 milioni di euro, probabilmente nessuno oggi piangerebbe. Per i rappresentanti dei tre sindacati maggiori e per i partiti d’opposizione del centro destra una società privata che ha un capitale sociale di soli 10mila euro, che non può dare fidejussioni adeguate, che onorerà il debito addirittura in 10 anni con piccole rate mensili o trimestrali ed un saldo finale, che vorrebbe dare un taglio di circa il 50% alle ore di lavoro dei 90/100 dipendenti dei vari settori in forza sino all’agosto scorso alla Rsa gestita dal Comune, che procederebbe con decine di licenziamenti, che invece di nuove assunzioni preferirebbe personale disposto ad entrare in cooperativa dopo aver pagato, corre voce, “ingaggi volontari” a fondo perduto di 500 euro, che penserebbe di aumentare notevolmente le rette dell’ospitalità, dei ricoveri, dell’assistenza agli anziani “oltre a non essere rassicurante potrebbe riservare sorprese”.

Insomma, se ancora in tempo, meglio bloccare tutto, stringere per qualche tempo i denti, far fronte a bilanci in rosso, trovare acquirenti con capitali sociali più solidi. La tensione ai piani alti di Palazzo Bellevue ieri mattina era talmente alta che ai giornali ed ai siti internet è giunto ufficialmente un messaggio abnorme, da non credere: probabilmente chi guida il vapore a Sanremo invece di recitare qualche volta religiosamente il mea culpa e rimediare, temendo forse speculazioni di partiti, correnti, disordini da parte di chi ha perso o rischia di perdere il lavoro, la rabbia delle famiglie, di sanremesi che non ce la fanno più, hanno perseverato comunicando ufficialmente che al consiglio comunale di oggi pomeriggio giornalisti e pubblico non avrebbero potuto presenziare. Porte sbarrate a tutti anche se vaccinati, con il green pass, con la mascherina. La seduta solo in streaming. Follia, altro che democrazia, per molti un salto nel passato “quando c’era Lui…”. Per fortuna a qualcuno di questi migliori è poi tornato un po’ di sale in zucca e la bella pensata del “vietato entrare” è stata ritirata. L’amaro in bocca però rimane.

Per quanto ci riguarda, noi su questa tragedia, sul problema Rivieracqua come sulla necessità di costruire il Nuovo Ospedale continueremo a documentarci, a dare spazio a tutti, scrivere, intervistare. Spiace però, e ci brucia, che proprio Sanremo non rispetti ed ami come meritano gli anziani. Ricchi o poveri.