carcere sanremo

Venerdì 27 maggio, si è svolto presso il carcere di Sanremo, un incontro sindacale con il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria.

“Quello che doveva essere un vertice di confronto finalizzato ad analizzare le numerose problematiche che attanagliano la Polizia Penitenziaria sanremese, si è dimostrato, invece una una sorta di inconcludente passerella istituzionale”, commenta USPP Liguria.

“Infatti – continua – nell’arco di 24 ore la tensione rimane altissima all’interno delle mura del carcere di Valle Armea, dove diversi detenuti di una stessa sezione, per protesta, si rifiutavano di rientrare in cella. Appena l’USPP ha preso la parola al tavolo e ha portato all’attenzione del provveditore il tema della sicurezza e delle aggressioni al personale, si è riscontrata una netta “levata di scudi” dalla parte pubblica, con una totale avversione anche alle proposte presentate, bocciandole senza possibilità di confronto, anzi scaricando la tematica a livello centrale. Alla luce dei recenti fatti di cronaca, si chiedeva di valutare la reintroduzione, in chiave moderna, dei “pocket antiaggressione”, dispositivi tascabili ideati per la sicurezza personale che possono essere utilizzati dagli operatori di Polizia Penitenziaria che prestano servizio all’interno dei reparti detentivi. Un’ulteriore tutela per il poliziotto, spesso lasciato solo a vigilare 50 detenuti, che trovandosi in una situazione pericolosa può richiedere facilmente ed in modo tempestivo l’intervento di supporto di altro personale”.

“Per questo motivo L’USPP Liguria -precisa – nonostante lo spirito di collaborazione che da sempre la contraddistingue e malgrado avesse altre proposte di carattere strutturale per la sicurezza interna, ha abbandonato il tavolo sindacale, ritenendo inopportuno continuare a divagare su argomenti sterili come l’apertura della sala convegno con l’introduzione di persone detenute e tralasciare, invece temi di primaria importanza quali le aggressioni agli agenti. Siamo fortemente preoccupati, auspicavamo di incontrare una figura di imparzialità e garanzia per la Polizia Penitenziaria ligure e per le relazioni sindacali, quale deve essere appunto il provveditore, invece abbiamo trovato un dirigente, a nostro avviso, non neutrale e poco incline al confronto, anzi disposto a tendere verso una sola sigla sindacale. Di fatti, nonostante fosse stata stabilita la presenza di soli due delegati per sigla, un’organizzazione si presentava al tavolo con tre sindacalisti, di cui uno presentato dallo stesso provveditore come il comandante pro tempore. Non si capisce in quale veste fosse presente al tavolo, se in veste di rappresentante sindacale, visto che aveva richiesto formalmente il suddetto incontro firmando un’apposita nota congiunta, oppure come comandante, cosa grave, se in quest’ultima ipotesi, visto il consolidato impegno dell’amministrazione a non conferire tali funzioni a persone che rivestono cariche sindacali, proprio per garantire la terzietà di chi è chiamato a svolgere funzioni apicali e prevenire ogni forma di condizionamento o sudditanza psicologica del personale sottoposto”.

“Un’ulteriore assurdità – dichiara – a conferma dell’imbarazzante incontro convocato a Sanremo e della non curanza delle relazioni sindacali nel distretto, ma soprattutto ci si augura che dietro a ciò non si celi una trama nel conferimento delle cariche fiduciarie per le funzioni di comando degli istituti della Liguria, privilegiando alcuni dipendenti a discapito di altri, in base al “colore” della tessera sindacale ed il tutto con il benestare del provveditore stesso. Il confronto sindacale, come ribadito in più circostanze dal dipartimento, deve tendere alla realizzazione della massima trasparenza ed efficacia dei rapporti tra le parti allo scopo di favorire una partecipazione sempre più ampia, invece in questa regione sembra si stia vagando in tutt’altra direzione, verso un percorso che se non rettificato potrebbe concretizzarsi in contesti irreversibili rispetto alla buona osservanza delle corrette relazioni sindacali. Davvero anomalo che il provveditore, su un tema prioritario coma la sicurezza, i cui contesti afferiscono anche all’organizzazione del lavoro, non solo non abbia richiesto proposte, ma soprattutto non le ascolti”.

“Per questi motivi, tramite la segreteria nazionale, chiederemo un intervento dei vertici del dipartimento ed in assenza di risposte concrete, l’USPP Liguria si vedrà costretta ad adottare ogni più opportuna misura per alzare il livello di attenzione sul problema, con il ricorso ad azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, manifestazioni e non ultimo, iniziative legali a tutela del personale”, conclude.