âLa variante Omicron è arrivata con la fama di essere particolarmente contagiosa e abbiamo cercato di prepararci, ma contare ogni giorno cosĂŹ tanti nuovi positivi in una popolazione vaccinata circa allâ80% contro il COVID-19 è certamente frustranteâ, cosĂŹ la professoressa Mara Lorenzi commenta la situazione pandemica attuale, analizzando il particolar modo la variante Omicron del COVID-19.
âCercare di razionalizzare i vari elementi della situazione può permettere di estrarre insegnamenti utili al presente e al futuro. I vaccini non ci hanno traditi. La loro efficacia nei trials clinici era stata misurata contando il numero di casi che sviluppavano malattia sintomatica da SARS-CoV-2 tra chi aveva ricevuto il vaccino e chi il placebo. Non sono mai stati studiati esplicitamente per lâefficacia contro il contagio – precisa. – Per di piĂš lâefficacia è stata studiata durante il 2020, quindi in buona parte contro il ceppo originario del virus, e ha tenuto bene anche contro le varianti iniziali da Alfa a Delta. Ma Omicron ci ha insegnato che il virus può causare malattia sintomatica anche in chi ha giĂ ricevuto le due dosi della vaccinazione primaria se diventa particolarmente contagioso. Il sistema immunitario si ritrova in tal caso ad avere tempo ridotto per rispondere, a meno di avere pronto un esercito di anticorpi neutralizzanti, come succede dopo la terza dose. Certamente Omicron è molto contagioso: il suo numero di riproduzione effettivo è 3,19 volte maggiore di quello di Delta nelle stesse condizioni epidemiologiche (J Med Virol 2021 Dec 30). Però la malattia sintomatica nei vaccinati è generalmente modesta, molte persone contagiate sono asintomatiche, e i dati delle terapie intensive ci dicono ogni giorno che la malattia grave (nella societĂ aperta e non in lockdown, ricordiamolo!) è diventata molto piĂš rara e colpisce in maggioranza persone non vaccinate. Quindi lâinvito o lâobbligo a vaccinarsi mantiene piena giustificazione scientificaâ.
âAnche perchĂŠ Omicron – continua – come tutte le varianti, si è sviluppato perchĂŠ SARS-CoV-2 ha continuato a replicarsi e quindi a mutare. Il cumulo di mutazioni nella proteina Spike ha suggerito agli esperti che potrebbe essersi sviluppato in una persona con sistema immunitario compromesso e perciò incapace di liberarsi tempestivamente del virus, permettendo invece protratta replicazione e mutazioni conseguenti. Altri hanno avanzato lâipotesi che il cumulo di mutazioni di Omicron derivi da un episodio di âreverse zoonosisâ, cioè che ci sia stato per SARS-CoV-2 un passaggio in animali e poi un rientro nella popolazione umana (JAMA 2021, Dec 6). La buona notizia è che la contagiositĂ di Omicron potrebbe essere in parte una conseguenza del suo trattenersi nelle vie respiratorie superiori perchĂŠ meno capace dei suoi predecessori di infettare i polmoni. Questa minor capacitĂ non è ancora una certezza per gli umani in cui la minor severitĂ dellâinfezione da Omicron deve essere interpretata alla luce della preesistente vaccinazione. Ma è suggerita da studi in animali da laboratorio infettati con isolati diversi di Omicron (Res Sq. 2021 Dec 29) e da studi in vitro che mostrano come Omicron e Delta usino percorsi diversi per entrare nelle cellule del polmone, in relazione in particolare allâuso di proteasi di membrana (Zhao H et al, Emerg Microbes Infect 2022)â.
âTutto questo accende un barlume di ottimismo per il futuro se si continuerĂ ad estendere la vaccinazione. Omicron, essendo piĂš contagioso, finirĂ con lo scalzare Delta e il COVID sarĂ perciò una malattia meno severa. La combinazione dellâesteso contagio da Omicron e lâincremento della vaccinazione produrranno quella immunitĂ sempre piĂš diffusa nella popolazione che limiterĂ la replicazione del virus e perciò lâinsorgere di nuove varianti. (Non dimentichiamo però che è necessario intensificare la vaccinazione in tutti i paesi del globo). Intanto, per difenderci dal contagio di Omicron può essere particolarmente utile usare in ambienti chiusi mascherine FFP2 che hanno un potere filtrante (particelle fino a 0.075 micron) molto maggiore delle mascherine chirurgiche (fino a 3 micron). E se si hanno sintomi continuare a monitorare eventuale positivitĂ per evitare di estendere il contagio, perchĂŠ non possiamo sapere se chi viene contagiato ha le difese per non sviluppare malattia grave. A questo fine, e per ridurre lâimpegno sul sistema sanitario, diverranno molto utili i tamponi casalinghi. (Negli USA il governo federale sta spedendo kit gratuitamente a tutta la popolazione)â, conclude.