pesto

Con l’ultima minaccia del premier inglese Boris Johnson la Gran Bretagna rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa, per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti alimentari italiani a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore Oltremanica. A pagarne il conto rischiano di essere le grandi eccellenze dei territori, comprese quelle liguri, come l’olio DOP Riviera Ligure e i vini DOC regionali.

È come commenta Coldiretti Liguria l’ultimatum lanciato dal premier britannico Boris Johnson sul negoziato con l’unione Europea per la Brexit. Il Made in Italy resterebbe senza protezione europea, e subirebbe la concorrenza sleale dei prodotti d’imitazione realizzati oltreoceano e nei Paesi extracomunitari. A pesare sui rapporti commerciali è anche la minaccia di ostacoli amministrativi alle esportazioni, che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea, dopo che le forniture agroalimentari Made in Italy stimate nel 2019 sono state pari a circa 3,4 miliardi di euro.

“Questa mancanza di accordo – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – rischia di condizionare l’export del Made in Liguria, andando a colpire, per quanto riguarda l’agroalimentare, le esportazioni di eccellenze locali quali l’olio DOP Riviera Ligure e il vino DOC, prodotto quest’ultimo che, soprattutto negli ultimi anni, è uscito dai confini regionali e ha conquistato, per la sua qualità, molti paesi esteri. Alto è inoltre il pericolo che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane, come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti, che boccia ingiustamente gran parte del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti simbolo della nostra terra come l’extravergine di oliva DOP Riviera Ligure. In un momento di recessione economica globale il vecchio continente non può permettersi una guerra commerciale ma va percorsa fino in fondo la via del dialogo, nell’interesse di cittadini e di tutte le imprese che con il loro lavoro custodiscono il territorio e valorizzano le grandi eccellenze locali”.