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In Alta Valle Argentina, su una ripida falesia, sorge il paese di Realdo.

Il paese condivide con la vicina Verdeggia l’appartenenza a una nicchia culturale e geografica di grande rilievo, la cosiddetta Terra Brigasca, che comprende un’area transfrontaliera sospesa tra Francia, Piemonte e Liguria.

Le origini più certe del borgo risalgono intorno alla fine del ‘400, a opera di mezzadri delle famiglie nobili di Briga Marittima e pastori alla ricerca di nuovi pascoli e terreni da coltivare. Il paese attuale si presenta come un agglomerato compatto di case strutturalmente legate fra loro, diviso in tre zone. Notevoli sono i tipici balconi in legno e gli orti posti a strapiombo della rocca sulla quale poggia l’abitato.

Poco sotto si trova l’Arma da Gràa dë Màrmu, la più importante delle grotticelle sepolcrali dell’Età del Rame scoperta fino ad oggi nella Liguria di Ponente.

All’inizio del Novecento, Realdo contava circa 600 abitanti, in parte residenti stabili, in parte lavoratori stagionali e in gran parte pastori. Oggi i Realdesi stabilmente residenti sono ormai ridotti a poche unità. Tra questi, abbiamo incontrato il signor Luigi Lanteri Lianò, che ha condiviso con noi alcuni dei suoi ricordi.

Nel cuore del paese è possibile visitare il museo della “Cà di Brigaschi”, centro etnografico e aggregativo che racchiude con orgoglio cimeli, abiti tradizionali e una ricca bibliografia informativa sulla cultura e lingua brigasche, riconosciute dall’Unione Europea.

Questa unicità culturale fa di Realdo una realtà preziosa per l’Alta Valle Argentina, una piccola perla da esplorare non soltanto in estate, meta ideale per una gita fuori porta nel fine settimana.