Porpita porpita

“Un altro interessante avvistamento nel mare di Diano Marina”, racconta Susanna Manuele, vicepresidente dell’associazione Informare, che da anni opera nella salvaguardai e nella diffusione della conoscenza del mare. “Sabato 18 agosto, a circa 6 miglia dalla costa di Diano Marina, abbiamo avvistato per la prima volta nell’imperiese (non ci sono infatti segnalazioni precedenti) Porpita porpita, nota come il “bottone blu” del mare”.

“Non fatevi ingannare dall’aspetto”, prosegue Susanna Manuele; “quello che apparentemente può sembrare un singolo individuo, magari una medusa, in realtà è un idrozoo coloniale della famiglia Porpitidae; in pratica una colonia di polipi (zoidi) che si organizzano formando una struttura rotondeggiante, chitinosa, chiamata pneumatoforo, di pochi centimetri di diametro”.

“La straordinarietà dello pneumatoforo”, spiega la biologa marina Monica Previati, “è quella di esser fatto da piccolissime camere d’aria collegate tra di loro che incamerano e rilasciano aria in modo da poter far affondare o galleggiare l’animale. Intorno a questo disco chitinoso, che per un subacqueo potrebbe essere paragonato ad un giubbetto per l’assetto variabile in acqua” prosegue Monica Previati, “si possono ammirare i tentacoli blu dei polipi, armati di nematocisti, piccole cellule che contengono dardi urticanti. Come le sue più strette parenti (le così dette Velelle), infatti, anche P. porpita attacca le prede che stordisce con un veleno urticante. Ma state tranquilli, il veleno non è affatto urticante per l’uomo ma solo sufficiente ad uccidere i piccoli animali planctonici di cui si nutre”.

Se qualcuno si stesse chiedesse se questo animale sa nuotare, la risposta è no, o per meglio dire P. porpita, così come le meduse, non sa nuotare contro corrente e per questo viene definita un organismo planctonico, facente parte del pleuston ovvero di quel gruppo di individui che hanno una parte del loro corpo galleggiante, in questo caso lo pneumatoforo ed una parte immersa, per P. porpita i tentacoli.

“Quindi”, conclude Gianmichele Falletto, presidente dell’associazione Informare, “non vi spaventate se domani vedrete splendidi bottoni blu rotondeggianti galleggiare nel mare. Oltre ad essere un vagabondo del mare (questa è l’etimologia della parola plancton),” prosegue Gianmichele Falletto, “questo idroide coloniale è un organismo cosmopolita; vive infatti tra la superficie fino ai 200 m di profondità nei mari tropicali ma avvistamenti di questa specie sono stati fatti anche nell’Atlantico, nell’Indopacifico e nel Mediterraneo”.

“Questa segnalazione è stata molto importante”, conclude Fabio Rossetto, video operatore dell’Associazione, “perché di molti animali, soprattutto delle meduse, si hanno poche informazioni. Per questo chiediamo sempre a tutti di inviarci foto e informazioni di avvistamenti particolari al nostro indirizzo mail che info@informare.net. Solo conoscendo meglio il meraviglioso territorio marino che ci circonda, potremo programmare piani di gestione e di tutela più efficaci”.