A Badalucco “Gli occhi delle fanciulle in fiore”: la mostra di Daniela Porro

Grande successo per l’inaugurazione della mostra “Gli occhi delle fanciulle in fiore“, a cura dell’artista Daniela Porro. La mostra rimarrà visitabile sino al 30 aprile presso la Badalucco Art Gallery.

Un particolare vernissage dove bellezza, femminilità e romanticismo sono celebrati non solo attraverso l’arte della pittura, ma anche con la danza e la poesia, grazie ad alcune performance realizzate dal vivo dalle ballerine della scuola T. Bertinotti. L’artista ritiene infatti che una mostra debba anche essere artisticamente partecipativa.

“Ho sempre amato tutte le forme d’arte, ho insegnato disegno ai bambini, ho fatto teatro”, dichiara Daniela Porro. “Nelle mie mostre prevedo quasi sempre performance di danza in cui spesso coinvolgo le mie figlie”.

Nata a Sanremo, l’artista è pittrice e incisore, ed espone in mostre collettive e individuali da diversi anni. Ugo Ronfani, critico d’arte e giornalista, scrive di lei: “Daniela Porro si dedica alla figura femminile, idealizzandola fino a farne lo specchio di segreti pensieri. È come se l’artista si chiudesse entro i confini di un prestabilito dominio, quello del femminino, facendosene indagatrice ed interprete. In un rapporto di complicità con les jeunes filles dei suoi ritratti, che possono essere sfiorate dalla malinconia, dal peso lieve di un ricordo e dall’ala grigia della solitudine, ma che conservano tutte, noterete, l’alone radioso di una verginea giovinezza, anche quando sono approdate alla stagione degli amori, o di quasi inconsce maternità”.

Prosegue il critico d’arte Ronfani: “Resta ancora da dire che Daniela Porro può raggiungere questi esiti espressivi perché si è dotata, con lo studio, di una tecnica sicura, approfondita con applicazione paziente, soprattutto nel campo difficile dell’incisione a puntasecca, e che dall’affinamento tecnico recava la morbidezza intensa del segno, l’avvolgente gioco dei chiariscuri, l’aura sospesa di un realismo magico. All’alleggerimento poetico della sua ricerca ha giovato, nelle ultime opere, l’uso della matita litografica direttamente sulla tela, anziché sulla lastra: un espediente tecnico a prova della sicurezza raggiunta nell’esecuzione delle sue composizioni, perché non permette pentimenti o riprese, mentre consente di sgranare le immagini in un’aerea immaterialità. Perché c’è in questi ritratti, e nei più rari paesaggi, nelle opere suggerite da amorosi sguardi sui fiori o nelle ricerche scenografiche della nostra artista applicate alla danza una levità sognante che pure racconta il concreto rapporto di una donna con le cose del mondo”.

La mostra pone l’accento anche su temi di importante sensibilità, grazie all’esposizione delle opere della giovane Sarah, artista speciale, in onore della giornata della disabilità.