Un lungo corteo ha attraversato questo pomeriggio le vie di Diano Marina per dire no alla costruzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) nell’ex caserma Camandone, a Diano Castello. A promuovere la manifestazione è stato il comitato ‘Ponente contro i CPR’, realtà nata per unire collettivi, associazioni e cittadini contrari al progetto. Presente anche l’europarlamentare Ilaria Salis.
No al Cpr, né qui né altrove’
Il corteo è partito dal Molo delle Tartarughe, per poi dirigersi verso la ex caserma, indicata dal Ministero dell’Interno come possibile sede di uno dei nuovi centri destinati al trattenimento degli stranieri in attesa di espulsione.
Le parole di Ilaria Salis
“Siamo qui per opporci all’apertura di un nuovo CPR. Questi posti dovrebbero chiudere, sono luoghi in cui vengono rinchiuse persone non per aver commesso dei reati, ma soltanto perché non hanno il privilegio di avere i documenti in regola. In questo decreto di sicurezza ci siano tante cose che non vanno solo contro i valori fondamentali della costituzione e contro dei principi di umanità e di dignità. Si tratta di un decreto classista che va criminalizzare la povertà e che va a criminalizzare e soffocare ogni forma di dissenso. Non ci stupiamo se la Meloni è un’alleata di Orbán”, ha esordito ai nostri microfoni Ilaria Salis.
Parole ai membri del corteo
“Come cittadini del Ponente ligure – hanno dichiarato gli attivisti – non possiamo permettere che in casa nostra venga costruita e messa in funzione una struttura del genere, un luogo di morte nascosto agli occhi di tutti. Ma, come individui dotati di coscienza, non possiamo neppure limitarci a chiedere che sia il nostro vicino a farsene carico. I lager di Stato non vanno spostati, vanno aboliti per tutti e ovunque”.
Ha aderito alla mobilitazione anche il Partito della Rifondazione Comunista. Al centro delle critiche non c’è solo la collocazione del Cpr, ma la natura stessa della struttura. “I Cpr non sono centri di accoglienza – hanno spiegato –, sono luoghi di detenzione dove vengono rinchiuse persone che non hanno commesso reati, ma si trovano in situazioni irregolari spesso causate da leggi contraddittorie o da lungaggini burocratiche. Non esistono regolamenti chiari e ciò li rende più invivibili di un carcere”.
L’obiettivo immediato del comitato è informare, fare chiarezza su cosa sia un Cpr, e ribadire una contrarietà che va oltre i confini comunali.
Il progetto nel dianese ha incontrato fin da subito la netta opposizione dei Comuni del Golfo con anche la creazione di un Comitato ‘NO al CPR nel Golfo Dianese’ che ha deciso di non prendere parte alla manifestazione. “Una scelta dettata non da un cambio di posizione, ma dalla consapevolezza che, in assenza di elementi nuovi e concreti circa l’effettiva realizzazione del CPR, sia prioritario mantenere una linea d’azione coerente, rispettosa dei tempi, dei modi e delle esigenze dell’intero territorio, incluso il tessuto economico e turistico, oggi particolarmente sensibile. Crediamo che ogni iniziativa pubblica debba inserirsi in un percorso condiviso e responsabile, che rafforzi – e non indebolisca – l’unità e la credibilità di una battaglia che è prima di tutto civile, democratica e trasversale”, ha dichiarato il Comitato in una nota stampa.
Nel video-servizio a inizio articolo le parole di Ilaria Salis, Maria Paolo Rottino, e Alberto Gabrielli.