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Le Vele d’Epoca di Imperia sono uno dei punti principali del consiglio comunale del 24 giugno, affrontate in due distinti momenti della seduta.

Il primo riguarda l’approvazione del protocollo d’intesa tra Ministero del turismo e Comune di Imperia per il sostegno e la valorizzazione dell’evento “Vele d’Epoca di Imperia – Sailing Week”.

Vele d’Epoca – Approvazione protocollo d’intesa tra Mit e Comune

Il sindaco Claudio Scajola comunica che il Ministero del turismo ha condiviso con il Comune un finanziamento triennale di 600mila euro, suddiviso in 200mila euro per ciascun anno, accettando la proposta di acquisto.

“Questo evento ha assunto negli anni un interesse non più locale ma nazionale e internazionale”, afferma il sindaco, “quello che mettiamo in approvazione è un protocollo d’intesa, che andrà firmato telematicamente e ci permetterà di vedere quante sono le buone proposte. Tutti i contributi ci permetteranno di avere una manifestazione ancora più bella”.

Nella fase degli interventi non mancano le perplessità dei consiglieri d’opposizione.

Luciano Zarbano solleva dubbi sulla trasparenza, sul ruolo di Assonautica e sulla gestione futura dei fondi. Anche Lucio Sardi esprime perplessità sull’effettiva aggiunta del finanziamento. “Se quello che c’è attorno alla competizione è ben poco e i soldi del ministero sostituiscono quelli della Regione, quello che otteniamo sono manifestazioni di dubbio valore”, dichiara Sardi, alludendo alle interviste dello scorso anno con Casini, “e una manifestazione decisamente impoverita”.

Loredana Modaffari elenca i dati degli ultimi anni, evidenziando il calo della manifestazione e sostenendo che Assonautica non abbia promosso adeguatamente l’evento, tanto da dover puntare sul marchio per sopravvivere.

Segue uno scambio con il consigliere di maggioranza Matteo Fiorentino, che risponde per primo alla Modaffari, lodando la firma del protocollo come una vittoria politica.

Bracco riporta i numeri in calo delle Vele d’Epoca, comunicando che sono forniti da Assonautica, e afferma che le Vele d’Epoca rappresentano una vetrina politica inferiore rispetto ad altri eventi come Olioliva o San Giovanni.

Seguono altri interventi, tra cui quello di Andrea Landolfi, capogruppo “Avanti con Scajola”, che attacca direttamente l’opposizione, a partire da Zarbano, pretendendo scuse, e successivamente Sardi e Modaffari.

Edoardo Verda (PD) commenta: “Era il fiore all’occhiello. Ne parlai una volta sostenendo che portare un evento da biennale ad annuale riducesse attrattività e partecipazione. Non so se sia questo ad aver influito sul calo, che va avanti da prima del Covid. È pur vero che i numeri sono cresciuti. Il giudizio è positivo, ma restano perplessità su come verranno utilizzati questi fondi”.

Durante la votazione il consigliere Sardi si è astenuto, mentre Zarbano ha espresso voto favorevole. Modaffari, richiamando la necessità di rispettare il divieto di doppio finanziamento, ha scelto anch’essa l’astensione. Favorevole invece il voto di Verda. L’esito finale della delibera ha registrato 28 voti favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario.

Acquisizione marchio “Vele D’Epoca di Imperia”

Il quarto punto all’ordine del giorno torna sul tema delle Vele d’Epoca, concentrandosi in particolare sulla proposta di acquisizione del marchio “Vele d’Epoca di Imperia” da parte del Comune.

“Compriamo un marchio il cui valore economico e motivazione d’acquisto è ridicola. L’indotto economico non c’entra niente con il calcolo. Non c’è una motivazione reale per la quale dovremmo spendere questi soldi”, dice Zarbano.

“Nessuno mette in discussione il valore simbolico della manifestazione. Giusto che il Comune voglia tutelare la manifestazione, ma l’acquisto del marchio dovrebbe essere fatto in maniera più trasparente. Come si misura il valore simbolico? Non c’è un benchmark che confronti il tutto con altre situazioni simili, magari di altri eventi simili. Nessuno studio comparativo su scenari alternativi. Non ci sono riferimenti chiari e ci si chiede di votare sulla fiducia sull’utilizzo di soldi pubblici in maniera molto vaga. Un salto nel buio con un potenziale conflitto di interessi”, continua riferendosi alla presenza dell’assessore Marcella Roggero in Assonautica (attualmente in aspettativa).

“Chiedete a un cittadino se preferisce avere un marchio piuttosto che una buca in meno per le strade. La perizia effettuata non ha nessun tipo di valore e non è ancorata a nessun parametro oggettivo. Non vedo un rapporto costi-benefici. Dobbiamo per caso aiutare un’associazione che ha qualche problema? Sfido chiunque a darmi il motivo dell’acquisto di questo brand”, afferma Zarbano.

Landolfi attacca l’opposizione e aggiunge: “Se il Comune di Sanremo non fosse stato lungimirante a registrare il marchio del Festival della Canzone Italiana, oggi avrebbe avuto mille problemi. Un bilancio è fatto di capitoli, non di vasi comunicanti”.

Segue una dialettica con la Modaffari, alla quale si aggiunge il consigliere di maggioranza Giovanni Montanaro: “Lei, da quando è diventata consigliere, se ne intende di tutto. Attenetevi a ciò di cui siete certi, perché non possiamo più tollerare accuse di questo genere”. Alla richiesta di spiegazioni sui costi-benefici si aggiunge anche Bracco.

L’assessore Roggero risponde piccata: “Tranquilli. Non diventerò dipendente del Comune”.

“L’Assonautica di Imperia è provinciale. Non so se Sanremo o gli Aregai vogliano prendersi le Vele d’Epoca. Se lo si lega in modo permanente alla nostra città, rimane alla città. Sono anni che abbiamo un rapporto costante con Carige e Regione e ora lo avremo triennale con il Ministero. Se l’amministrazione ha il marchio e lo lega alla propria realtà amministrativa, riteniamo possa avere maggior visibilità. Magari fra vent’anni i nostri figli diranno: meno male che lo hanno fatto. Ad oggi la spesa per le Vele d’Epoca si aggira intorno ai 400mila euro. L’amministrazione non deve rientrare dai 150mila euro d’investimento, ma deve fare tornare molto di più a chi vive a Imperia, a chi fa impresa. La stima di indotto è di 3 milioni e 800mila euro. Non vogliamo guadagnare sul marchio, ma che ci guadagni il tessuto cittadino”, conclude l’assessore.

La fase di voto vede prima votare l’emendamento di Laura Amoretti, con la pratica che viene respinta, mentre l’acquisto del marchio viene approvato.