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“Risale a fine 1400 e ne esistono soltanto due in Italia, l’altra Ăš presente a Castel Sant’Angelo a Roma. È un’opera interessante, da far conoscere”. Don Stefano Mautone, parroco del paese, descrive cosĂŹ il ‘Compianto sul Cristo morto‘ di Lucinasco. Una scultura lignea, di autore ignoto, che raffigura la passione di GesĂč e che sarĂ  protagonista di una mostra organizzata dall’ufficio Beni Culturali della diocesi di Albenga–Imperia.

Questa mattina al museo Lazzaro Acquarone del borgo della valle Impero, sede in cui Ăš custodita la preziosa raffigurazione, hanno fatto un sopralluogo, per organizzarne il trasporto, lo stesso don Mautone accompagnato da don Emanuele Caccia e dal direttore dell’ufficio sopradetto Castore Sirimarco.

“Abbiamo pensato di organizzare una mostra in cui vengono accostati due pezzi di natura analoga dal momento che si parla di opere lignee, risalenti alla fine del ‘400, e che hanno il tema comune della passione di Cristo – spiega don Caccia. Il compianto che si trova a Lucinasco, opera straordinariamente interessante dal punto di vista artistico, che verrĂ  associata al crocifisso che proviene dalla chiesa della CaritĂ  di Alassio”.

Il luogo dell’unione sarĂ  il museo diocesano di Albenga e la data dell’inaugurazione il 15 maggio. La mostra rientra nel piĂč ampio progetto denominato ‘Formae Lucis‘ che mira alla promozione del patrimonio artistico della diocesi: “Si tratta di un’idea nata per far conoscere, in primis a chi appartiene alla diocesi di Albenga-Imperia, quei tesori che spesso rimangono un po’ allo scuro o chiusi in oratori come negli ultimi anni Ăš successo a questo gruppo scultoreo del compianto – dice Castore Sirimarco. L’evento era inizialmente previsto per il 26 marzo, ma a causa della pandemia possiamo anticipare che si farĂ  il 15 maggio in occasione del quarantesimo anniversario dell’apertura del museo stesso”.

A dirci qualcosa di piĂč sulla bellissima opera don Mautone: “Ferma in maniera artistica la vita di GesĂč in quello che Ăš stato il momento della passione ed era usata per le funzioni pasquali. È un’opera di fine 1400, da far conoscere per la sua artisticitĂ , ma anche per il suo lato spirituale che trasuda dai personaggi che la compongono. Nel ponente ligure Ăš un po’, al contrario, sconosciuta. È sicuramente da rivalutare e far apprezzare”.