violenza donne

Quasi quotidianamente la cronaca riporta episodi di violenze, fisiche o psicologiche, e di sopraffazione in danno delle fasce più deboli (donne, anziani, bambini, diversamente abili), che maturano soprattutto nell’ambito familiare, nel circuito relazionale (che comprende i social network) e negli ambienti di lavoro e scolastico. Si tratta di violenze che, prevalentemente, si manifestano con situazioni di abuso, quali la sopraffazione psicologica, le molestie, anche di natura sessuale, il bullismo e il cyber bullismo, ma che non mancano di sfociare in atti persecutori (lo stalking) ed in vere e proprie violenze fisiche fino alle estreme conseguenze (stupri, femminicidi, suicidi di giovani vittime).

L’impegno quotidianamente svolto dall’Arma dei Carabinieri non può prescindere da un’accurata campagna di sensibilizzazione sulle citate fenomenologie criminali attraverso l’organizzazione di cicli di incontri e conferenze presso gli istituti scolastici primari e secondari laddove alcuni fenomeni interessano sempre di più anche gli infraquattordicenni.

Nello specifico settore della violenza di genere e nell’ambito della normativa di settore, l’Arma dei Carabinieri ha adottato precise misure di contrasto del fenomeno attraverso la formazione di ufficiali e sottufficiali preparati per accogliere le vittime e ricevere denunce delle vittime di violenze od abusi informando l’Autorità Giudiziaria ed i Servizi Sociali, non abbandonandole ma accompagnandole, e nei casi più gravi anche proteggendole, nell’iter che segue alla denuncia.

In tale ottica, nell’ultimo bimestre, la Compagnia Carabinieri di Sanremo ( il cui territorio comprende i comuni del triangolo Sanremo – S. Lorenzo al Mare – Triora) ha raccolto 25 denunce per reati di genere (maltrattamenti in famiglia e atti persecutori) ed effettuato 30 interventi in abitazione per gravi litigi in famiglia, svolgendo le successive indagini in sinergia con la Procura di Imperia. Le risultanze investigative hanno consentito di ottenere ed eseguire: un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, una misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, 8 allontanamenti dalla casa familiare e contestuale divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi dalla stessa frequentati, un ammonimento del Questore. Le altre posizioni sono tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

Gli episodi più ricorrenti si sono verificati tra le mura domestiche attraverso minacce, percosse e umiliazioni commesse talvolta alla presenza dei figli ancora minorenni altre volte alla presenza degli anziani genitori ovvero dinanzi a persone incapaci di reagire e ribellarsi. Le vittime che hanno trovato la forza di reagire sono state accolte nelle Stazioni Carabinieri dove hanno raccontato le condotte vessatorie subite quotidianamente che perduravano anche da parecchi anni. Alcune di loro erano riuscite già da tempo ad interrompere le rispettive relazioni sentimentali andando a vivere da sole subendo di contro condotte persecutorie attraverso ossessivi contatti telefonici (chiamate, sms), incontri “casuali” con l’ex vicino al luogo di lavoro, al supermercato dove si recava a fare la spesa o al bar con le amiche. Tutte circostanze che hanno generato nelle donne timore nell’uscire di casa costringendole a modificare le proprie abitudini di vita.

In un caso, a Taggia, un 54 enne sanremese già noto alle Forze dell’Ordine, ha atteso sotto casa e percosso l’ex moglie giungendo, qualche giorno dopo, ad appicare fuoco al suo ciclomotore mentre questa si trovava a lavoro. Di fronte all’accaduto, un incendio che apparentemente sembrava generato da un corto circuito, la donna ha trovato il coraggio di raccontare la propria storia ai Carabinieri della locale Stazione evidenziando le umilizioni e soprattutto le minacce di morte subite negli anni. Nel giro di qualche giorno, durante i quali i Carabinieri hanno mantenuto un contatto quotidiano con la donna, il GIP presso il Tribunale di Imperia ha emesso un ordinanza di custodia cautelare sottoponendo l’uomo agli arresti domiciliare con l’applicazione del cd. “braccialetto elettronico”. Il coraggio dimostrato dalla donna, la tempestività degli interventi e dell’attività di indagine ha consentito di assicurare il reo alla giustizia e restiuire alla vittima la propria libertà.

Da ultimo è necessario evidenziare come il “ciclo della violenza” conduce al progressivo isolamento della donna maltrattata che pensa di vivere una anomala situazione di disagio, di cui, a volte, si sente addirittura responsabile. A tal proposito, i Carabinieri forniscono alcuni suggerimenti utili:

  • non confidare sui cambiamenti di carattere e di comportamento promessi da un partner violento e non lasciarsi influenzare negativamente dalle sue offese e dalle sue minacce;
  • in caso di ferite o lividi andare quanto prima al Pronto Soccorso di un ospedale e dichiarare la verità;
  • in caso di necessità chiamare il “112”, Numero Unico Europeo per le Emergenze;
  • rivolgersi alle Forze dell’Ordine o ad un centro antiviolenza, i cui operatori forniscono alle vittime un sostegno psicologico e giuridico.