Quando mancano due settimane alla fine del periodo di emergenza sanitaria fissato al 31 luglio, e in attesa che il Governo definisca l’ormai quasi certa proroga, forse al 31 ottobre e non alla fine dell’anno come annunciato in precedenza, il problema maggiore che viene riscontrato ovunque per il mancato rispetto delle norme di protezione è quello relativo al distanziamento.

Dopo i bar della movida finiti nell’occhio del ciclone nei primi giorni del post lockdown, e i recenti assembramenti sui treni regionali affollati soprattutto alla domenica per evitare le code sull’A10, adesso è la volta delle discoteche ad essere oggetto di discussioni e polemiche. Il nuovo Dpcm illustrato oggi dal ministro della Sanità Roberto Speranza, stoppa la riapertura delle ‘disco’ sino al 31 luglio, e stessa sorte la subiscono sagre e fiere. E per contenere eventuali ritorni di contagi si inaspriscono i controlli e le sanzioni per chi non rispetta o non fa rispettare le distanze e le altre norme di sicurezza e protezione, partendo dall’assioma che se la pandemia e la forza del Covid sono in Italia chiaramente in calo lo si deve alle misure stringenti adottate nel picco epidemico.

Viene però confermata l’autonomia decisionale delle regioni molte delle quali, per prima la Sicilia, hanno autorizzato la riapertura delle discoteche già da metà giugno. Sardegna e Umbria non hanno mai autorizzato la riapertura, la Liguria invece è tra quelle che lo hanno consentito dallo scorso 19 giugno pur con restrizioni di distanziamento o anche divieto di ballare, e solo per i locali all’aperto. Alcune hanno scelto formule tipo cena con musica, o intrattenimento musicale ma sempre con la riduzione del numero degli ingressi sottoposti comunque a scanner per la misurazione della temperatura, mascherine in dotazione e prenotazione obbligatoria. Le regioni godono di questa autonomia decisionale che però presenta anche l’altra faccia della medaglia, cioè la responsabilità oggettiva sulle conseguenze di certe decisioni.

Un caso a parte è quello del Bay di Sanremo che ha aperto il primo weekend di luglio per poi richiudere quello successivo per mancanza di verifica della commissione di vigilanza, non riunita per carenze nella documentazione presentata, secondo la versione ufficiale del Comune.

Le discoteche della Costa Azzurra, concorrenti agguerrite di quelle della Riviera dei Fiori, non potranno riaprire: il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di riaprire dal 10 luglio per un rischio considerato troppo elevato di diffusione del virus, non autorizzando neppure un semplice servizio bar con accompagnamento musicale. Se ne riparlerà forse a settembre da quanto si legge sul sito del Governo. Nella sentenza non ha giocato un peso favorevole quanto successo sabato sera a Nizza quando è esplosa la polemica per assembramenti e soprattutto per la mancanza totale di mascherine durante un concerto del famoso dj Avener che ha radunato cinquemila persone sulla Promenade.