comune ventimiglia

“A qualche giorno di distanza dalla famosa ordinanza continuiamo a sollevare seri dubbi sulle motivazioni di questa decisione sindacale. La ragione unica e’ legata alla emergenza sanitaria del Covid 19, ma nelle repliche del Sindaco, in realtà ha detto di essere dovuto andare incontro alle richieste delle forze dell’ordine, per contrastare situazioni di pericolo in alcuni locali. Tutto ciò nell’ordinanza non compare e non se ne parla neanche minimamente, pertanto qualcosa non torna e non funziona. Poi perché mischiare la musica ad alto volume (che sia chiaro deve essere regolata) con la possibilità di prendere un tranquillo caffè dopo la mezzanotte. Quindi altro aspetto di forte contraddizione amministrativa.”

Così interviene Patrizia Taricco sull’ordinanza del sindaco Gaetano Scullino che sta facendo discutere Ventimiglia. L’ordinanza prevede nuove limitazioni degli orari dei pubblici esercizi per l’intrattenimento musicale e la somministrazione di alimenti e bevande. Stop alla musica a mezzanotte sul lungomare e alle 23 in centro città, per quanto riguarda la somministrazione stop alla mezzanotte dal lunedì al giovedì, mentre si può andare avanti fino all’una dal venerdì alla domenica.

“Confesercenti – dichiara Bonello Ino, presidente provinciale – preoccupati delle dichiarazioni del Sindaco, chiede un pronto intervento del Questore affinché possa provvedere ad eseguire i necessari interventi come previsto dal TULPS, con chiusura o sospensione della licenza, per pericoli per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini, di eventuali locali interessati. Se vi sono dei pericoli, bisogna eliminarli, ma non si può penalizzare molti locali per qualche mela marcia (da appurare e verificare). Un’ordinanza sindacale è un atto importante e deve contenere motivazioni serie, reali e pertinenti. Questo del sindaco Scullino è un atto giustificato da motivi non pertinenti con il Covid 19, come pubblicamente giustificato. Un’atto non concordato con le parti sociali e gli operatori della città. Confesercenti chiede al Sindaco il ritiro di questo provvedimento iniquo, discriminatorio per molti operatori. Confesercenti anticipa la disponibilità a discutere di eventuali problematiche causate da alcuni pubblici locali e massima collaborazione per trovare le giuste soluzioni. Auspichiamo soluzioni che possano evitare di trasformare una città in un dormitorio e creare danni a molte attività economiche.”