scullino - bertolucci

Tra un’ora Ventimiglia potrebbe perdere il suo sindaco Gaetano Scullino, granitico amministratore, per lunghi anni fedelissimo di Claudio Scajola, Berlusconi, Forza Italia. La Lega, infatti, che dalle 18 si è chiusa in conclave per discutere il delicatissimo “caso Bertolucci“, potrebbe infatti decidere di dare le dimissioni dalla maggioranza. Se accadesse per Scullino potrebbe essere la fine.

C’è un però. Non è la prima volta, che la Lega, nella persona del suo leader locale, l’onorevole Flavio Di Muro, amico e collaboratore di Rixi, stimato da Salvini, lascia intendere che i consiglieri ed assessori leghisti starebbero per dimettersi, sarebbero pronti ad uscire dalla maggioranza, ad andare a nuove elezioni, ma poi tutto rientra, viene ritrattato. Insomma Ventimiglia è città di confine con la Francia, ma è sempre in Italia e, come si sa, dalle Alpi alla Sicilia certi comportamenti, certo modi di dire e di fare non spariscono mai, sono immortali. Questa volta per Di Muro e la lega come minimo sarebbe la terza volta che vorrebbero dimettersi, ma poi non lo fanno.

Per esempio è accaduto nell’agosto 2021 con il progetto dell’ennesimo Supermercato in località Logge, approvato coi voti dell’opposizione (contrario solo Sismondini, astenuto D’Eusebio, la Lega aveva addirittura abbandonato l’assise); il periodo nero delle alluvioni, il problema dell’immigrazione, solo per citare alcuni scontri, divergenze tra Scullino e la Lega. Fulmini e saette, ma poi tutto finito a tarallucci e vino. A tratti pareva di rivedere, con magliette di partito e credo diversi, le litigate di Don Camillo e Peppone. 

Questa volta la vox populi di possibili dimissioni della Lega è più pesante perché ad annunciare le dimissioni è il vicesindaco leghista, di Ventimiglia, Simone Bertolucci, persona stimata in città, da giovanissimo era simpatizzante di sinistra, c’è chi lo ricorda aiutare alle feste ed alle iniziative del partito di Berlinguer. Una persona che tra le sue missioni c’è il volontariato. È lui il Pietro Micca che ha acceso la miccia che potrebbe questa volta far saltare davvero la maggioranza del sindaco Scullino. Si è messo di traverso per difendere e dare dignità alla Protezione civile di Ventimiglia. Il vicesindaco Bertolucci ha le deleghe al Turismo, al Commercio e alla Protezione civile. Conosce questo mondo che è fatto di volontari, di gente generosa, pronta ad aiutare chi si trova in situazioni spesso drammatiche.

Bene, secondo il vicesindaco dimissionario il sindaco Scullino avrebbe fatto troppe promesse mai mantenute. Bertolucci si sarebbe trovato come don Chisciotte a combattere contro i mulini a vento. Prospettava necessità, aiuti, interventi per migliorare la Protezione civile ma quasi mai attuate o portate in porto dal Comune. Una presa in giro? Alla fine il vicesindaco ha deciso le dimissioni. “Quando ho preso quest’incarico – ha detto in sintesi – avevo 5 dipendenti che collaboravano, ora ne è rimasto solo uno. Molti strumenti indispensabili per la Protezione civile come le divise, torre faro, idrovore, decespugliatori, altre attrezzature andate distrutte dall’alluvione anni fa non sono mai sostituiti. Perché?” Una risposta potrebbe darla il funzionario incaricato del Municipio.

Secondo diversi consiglieri comunali la Protezione civile sarebbe la scintilla di un grosso incendio. La rottura tra Lega e Scullino ormai non aveva più ossigeno. Insomma si sarebbe arrivati al capolinea. Il nodo ora più difficile da sciogliere pare che se Di Muro-Peppone per l’ennesima volta farà pace con Don Camillo-Scullino la grana non sarà finita perché il vicesindaco Bertolucci, si dice, sia fatto di un’altra pasta. E chi lo conosce dice che manterrà la parola.