La frontiera terrestre di Ventimiglia costituisce un bacino di vita interconnesso tra Italia e Francia anche in materia di criminalità ed è per questo che la cooperazione bilaterale di polizia costituisce elemento primordiale per la prevenzione delle forme di criminalità gravi ed emergenti a carattere transnazionale.

La Polizia di Frontiera di Ventimiglia, con i servizi di pattugliamento congiunto ed in particolare con la neo costituita Squadra Mista – Brigade Mixte, opera quotidianamente braccio a braccio con l’omologa polizia di frontiera francese con il precipuo obiettivo di lottare contro l’immigrazione clandestina ed il terrorismo, essendo questo il suo ambito di Specialità. Affianco a tali dispositivi misti, utilizza anche le ordinarie unità mobili di frontiera nonché la squadra di polizia giudiziaria in abiti civili.

Dunque, nel mirino di tutti questi servizi, particolarmente intensificati anche in vista dell’approssimarsi delle festività di fine anno, ci sono tutti i fenomeni di attraversamento illegale della frontiera, in ambo le direttrici, ovvero dalla Italia verso la Francia e viceversa, sia attraverso i percorsi stradali, sia attraverso la ferrovia.

Sono proprio questi servizi che, nel corso degli ultimi due giorni, hanno portato dietro le sbarre ancora tre cittadini stranieri:

– un cittadino tunisino naturalizzato francese di 26 anni – M.H. – residente a Nizza, controllato dal dispositivo della Squadra Mista presso il pedaggio di La Turbie, alla guida del proprio veicolo a bordo del quale viaggiavano quattro cittadini tunisini, tutti sprovvisti di documenti. E’ stato quindi tratto in arresto in territorio francese per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina;

– un cittadino del Benin di 27 anni – S.R. –controllato all’interno della stazione ferroviaria di Ventimiglia, in possesso di un passaporto ed una ricevuta di richiesta di asilo politico in Francia. Sottoposto ad accertamenti in banca dati, è risultato colpito da decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Roma nel 2020 che di fatto gli impedisce di entrare in Italia, per cinque anni, senza una speciale autorizzazione del Ministro dell’Interno, un reato punibile con la reclusione. Inoltre, è stato denunciato per violazione della legge sugli stupefacenti perché trovato in possesso di hashish, immediatamente sequestrato.