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La serrata attività investigativa della Polizia di Stato, condotta dagli agenti del nucleo investigativo del Commissariato di P.S. di Ventimiglia, ha consentito di individuare prontamente ed indagare in stato di libertà, un minorenne ventimigliese, ritenuto l’unico artefice di ben otto, distinti, casi di furti, consumati e tentati, e alcuni reati di danneggiamento commessi tra il 16 e il 18 novembre, dando una pronta risposta alle istanze di sicurezza dei cittadini.

Gli episodi, infatti, inizialmente imputati da molti alla responsabilità di stranieri migranti, avevano avuto una rilevante eco sulle cronache locali, suscitando accesi interventi mediatici, anche da parte di amministratori locali, ed un’ampia proliferazione di commenti sui più noti social network.

Dopo l’individuazione, da parte della Polizia di Stato, dell’unico responsabile dei crimini seriali, gli Agenti hanno concluso l’inchiesta con una serie di riscontri ed elementi di prova, sottoponendo al vaglio dell’Autorità Giudiziaria una motivata richiesta di custodia cautelare in carcere dell’indagato.

Sabato scorso il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale per i Minorenni di Genova ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari e ha applicato al sedicenne già indagato la misura della custodia in carcere, che è stata immediatamente eseguita dagli Agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Ventimiglia.

Nonostante la minore età del soggetto, l’adozione della misura della carcerazione è stata ricondotta alla sussistenza di precedenti penali per reati contro il patrimonio ed inerenti gli stupefacenti, ma anche alla particolare gravità dei fatti imputati, sia per le modalità attuative che per l’intensità del dolo, senza tralasciare la numerosità delle azioni criminali concentrate in tempi molto ristretti.

Tutti gli obiettivi che erano stati presi di mira, si trovano nel centro cittadino.

Un negozio di parrucchiere, un negozio di abbigliamento, un negozio di calzature, tutti in via Cavour, e ancora un bar di piazza Marconi, un bar di via Aprosio e alcuni motocicli in sosta in via Zara.

Gli investigatori sono partiti dall’analisi di alcune immagini improvvisamente apparse sui social media, che ritraevano un individuo con il capo travisato, intento a colpire la vetrina di un negozio in via Cavour.

Dopo un intenso lavoro fatto di riscontri testimoniali, rilievi della polizia scientifica, analisi tecniche di riprese video e sistemi di videosorveglianza, a soli tre giorni dal primo episodio, si era conclusa la prima fase delle indagini.