teatro ventimiglia

Il teatro comunale di Ventimiglia, venerdì 17 giugno, ore 21, ospita lo spettacolo “Novecento” di Alessandro Baricco, diretto e interpretato da Corrado d’Elia, una produzione della Compagnia Corrado d’Elia in collaborazione con Teatro Pubblico Ligure. Scene di Francesca Marsella, grafica di Chiara Salvucci, foto di scena di Angelo Redaelli.

La stagione è organizzata dalla Città di Ventimiglia – Assessorato Cultura Turismo Manifestazioni al teatro comunale di Ventimiglia, in via Aprosio. Informazioni e prenotazioni al numero 0184 6183225/223, dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì, oppure al teatro comunale ma solo la sera dello spettacolo dalle ore 20, o ancora scrivendo alla mail teatro@comune.ventimiglia.im.it. Informazioni sul sito www.teatropubblicoligure.it.

“Novecento” racconta la storia travolgente e onirica del più grande pianista del mondo, mai sceso dalla nave su cui è nato.

“Suonavamo perchĂ© l’oceano è grande, e fa paura, suonavamo perchĂ© la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perchĂ© se balli non puoi morire, e ti senti dio. E suonavamo il ragtime, perchĂ© è la musica su cui dio balla quando nessuno lo vede”.

Non si è completamente fregati finchĂ© si ha una buona storia da raccontare… e “Novecento” è sicuramente una buona storia da condividere, forse una delle migliori. La storia, incredibile, fantastica, quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il piĂą grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita, senza mai scendere. L’uomo che sapeva suonare una musica… indefinibile, soprattutto quando suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere. La dimensione è quella del ricordo, denso, intenso, come accade con le grandi storie che parlano di un tempo andato e riempiono le ore lunghe, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una bettola in un porto, tra incanto e incredulitĂ , tra veritĂ  e allucinazione. Il tempo della storia sono i meravigliosi anni Venti, a cavallo tra le due guerre, l’etĂ  del jazz, quando ogni cosa sembrava muoversi seguendo quel ritmo irresistibile e gradevolmente denso di quando le parole e la musica si incontrano in accordo e si scambiano i ruoli: le parole diventano musica e le note racconto indispensabile, fino a comporre una partitura originale, unica. Il luogo, è una nave, il Virginian, dal nome che sa di lontano, che fa la spola dall’Europa alla sognata America e che racchiude in sĂ© tutte le storie del mondo. Per tutto questo Novecento non è un monologo, ma un incarnato di perfezione, una favola struggente e bellissima da raccontare con la stessa malinconica voluttĂ  che lui usava quando accarezzava le curve di un ragtime. Con capacitĂ  da acrobata e intensitĂ  poetica, Corrado d’Elia racconta “Novecento” con la leggerezza di un sogno, suonando con magia una partitura di fini emozioni.