Si è conclusa a Ventimiglia, per opera degli agenti della Polizia di Frontiera, la fuga all’estero di un ventinovenne italiano C.S. nato a Novara e residente in provincia di Varese.

Il giovane, che doveva scontare una pena di 6 anni e 2 mesi quali cumulo pene per rapina aggravata e furto aggravato, era stato ammesso alla misura in via provvisoria dell’affidamento terapeutico presso una comunità lombarda ma, dopo poco tempo, il giovane aveva  dato prova della sua pericolosità sociale tanto è vero che, durante la visita della compagna e del figlioletto presso la suddetta struttura, al termine di una discussione tra la coppia, C.S. si era scagliato contro la donna e dopo averla fatta cadere rovinosamente a terra, l’aveva afferrata violentemente gettandola sul divano dove la schiaffeggiava e la mordeva su una guancia. Il figlioletto, che terrorizzato chiedeva aiuto, veniva a sua volta bloccato sul medesimo divano e morsicato sul collo. Solo l’intervento di un operatore della struttura impediva ulteriori gravi atti da parte dell’uomo.

Accertata quindi la pericolosità del soggetto, che aveva dato ampia prova di temperamento violento e inaudita aggressività, la misura dell’affidamento presso la comunità veniva immediatamente sospesa dall’Ufficio di Sorveglianza di Varese che ne disponeva l’immediato trasferimento in carcere.

Nel frattempo C.S., probabilmente consapevole di essere ricercato, si dava alla fuga prendendo un autobus con tratta Milano/Marsiglia.

Proprio alla barriera autostradale A10, in uscita dall’Italia, uno degli operatori di Polizia, esperto conoscitore della frontiera e di grande acume investigativo, salito sul bus faceva un “rapido esame” ai passeggeri, valutando la tipologia di accertamento per ognuno di essi. Nel cercare lo sguardo di C.S. percepiva la volontà dello stesso di sottrarsi ai controlli, volontà che veniva immediatamente disattesa con la richiesta del documento di identità. La mano tremante nell’estrarre il documento e la premura di riaverlo indietro confermavano al poliziotto che la “percezione” inizialmente avuta nell’osservarlo  poteva rivelarsi fondata. Il giovane che continuava a chiedere “ma perché con tante persone dovete controllare proprio me?” veniva fatto scendere dal bus mentre dalla sala operativa iniziavano ad arrivare le prime conferme.

Condotto pertanto in ufficio e sottoposto a rilievi foto dattiloscopici e riscontri AFIS, si scopriva il provvedimento a suo carico che ne determinava l’arresto e l’accompagnamento presso il carcere di Sanremo.

Questo arresto, il 23esimo dall’inizio del mese, conferma ancora una volta quanto la frontiera di Ventimiglia sia, tra l’altro, obiettivo di numerosi latitanti e dell’importanza che assumono i controlli di Polizia che ne permettono l’individuazione e assicurazione alla giustizia.