diserbante
Immagine d'archivio

Legambiente Liguria e il Circolo Ricreativo Gorlerese hanno inviato un documento ai sindaci e ad alcuni assessori competenti dell’Imperiese e Dianese sull’utilizzo di diserbanti sul territorio. Di seguito il testo integrale:

“Primavera, tempo di fiori (che ci allietano anche dalle finestre di casa)… e di diserbanti.

Nel bel mezzo di una emergenza globale in cui tutti siamo chiamati con insistenza a fare “la nostra parte”, ci pare che una particolare attenzione vada posta anche nell’evitare il più possibile la diffusione di sostanze nocive che, fra le altre cose, abbattono le difese immunitarie, quanto meno a limitarne l’uso allo strettissimo indispensabile.

In questo periodo è il momento in cui molti impiegano diserbanti chimici.

Nei giorni scorsi anche a Diano Gorleri, in prossimità della storica Strada Savoia (zona bellissima ma difficilmente raggiungibile in auto dal lato imperiese per il pessimo stato di manutenzione di Via Fanny Roncati Carli e della stessa strada Savoia), territorio che in questi anni si è sempre salvato dall’uso indiscriminato di diserbante, è stata trattata un’ampia zona inframmezzata da strade, abitazioni e dal tratto dianese del Cammino di Compostela che in questo periodo mostrava una splendida fioritura selvatica: il trattamento col glifosate sarà visibile solo dopo 5-10 giorni esponendo quindi a rischio i passanti e gli animali domestici e chi raccoglie il timo in fioritura.

Il diserbo chimico, contrariamente ad altri trattamenti fitosanitari, ad esempio contro l’oidio nei vigneti, non è affatto indispensabile, potendo essere sostituito efficacemente dal diserbo meccanico con solo un lieve costo superiore che, peraltro, è occasione di lavoro di cui c’è estremo bisogno. Sarebbe ora che tutto il nostro territorio, produttore di alimenti pregiati, promuovesse maggiormente la sua immagine evitando l’uso di prodotti (il cui impatto anche visivo è particolarmente pesante come nel caso dei diserbanti distribuiti in modo andante su tutto il terreno), che, in breve tempo, saranno definitivamente superati e messi fuori legge. Potrebbe rappresentare un bel corollario dello stesso logo di Olioliva la dicitura “diserbante free”.

E bene fare un breve riepilogo delle questioni legate a tale pratica:

Sul piano tecnico:

  1. Fondamentale è la seguente distinzione: un conto è utilizzare tali prodotti puntualmente, su file di semina, per controllare la concorrenza di erbe a rapida crescita ed in relazione alla lentezza della semina effettuata (ad esempio ombrellifere come le carota o finocchio), in ambiente protetto, senza possibilità di accesso a persone/animali; un altro conto è fare il trattamento “andante” su tutta la superficie coltivata, come nel caso del diserbo degli oliveti, a cui è possibile accedere da parte di chiunque.
  2. il diserbante agisce in modo sistemico penetrando e circolando all’interno di tutta la pianta, radici comprese; la molecola blocca la produzione di tre aminoacidi senza i quali la sintesi proteica non avviene portando ad una lenta morte tutto l’organismo vegetale, a qualunque specie appartenga.
  3. La eliminazione di ogni forma di vita vegetale nel territorio trattato comporta il conseguente arresto di ogni catena alimentare, impoverendo in modo pesante la diversità biologica.
  4. Sul piano termodinamico, il blocco della fotosintesi arresta la traspirazione e la conseguente regolazione termica a livello del suolo.
  5. La scomparsa dello strato erbaceo arresta la circolazione idrica suolo – organismo vegetale – traspirazione – atmosfera accrescendo l’aridità.
  6. La scomparsa dello strato erbaceo diminuisce il tempo di corrivazione (parametro essenziale per la valutazione delle probabilità alluvionali).
  7. L’eliminazione dello strato erbaceo rimette in atmosfera tutto il carbonio che vi era trattenuto: effetto di non poco conto considerando che i terreni trattati restano privi di vegetazione erbacea per tutto l’anno e non agiscono più come Carbon sink

Sul Piano sanitario

  • Le valutazioni sulla possibile o meno cancerogenicità sono diverse a seconda che si considerino:
    • solo gli studi pubblicati su riviste scientifiche e che considerano anche le sostanze aggiunte al principio attivo per favorirne l’utilizzo e gli effetti (i coformulanti), come fa la IARC – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, (facente parte dell’OMS) che lo definisce “probabile cancerogeno”.
    • sia tali studi sia quelli finanziati dall’industria produttrice (che comunque vengono effettuati in centri di ricerca certificati) riferentisi esclusivamente al principio attivo e non ai coformulanti, come fa l’EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare, che lo definisce “non probabile cancerogeno”.
  • Diversi studi fra i quali quelli riportati recentemente (settembre 2019), dalla rivista internazionale Mutation Research /Review in Mutation Research,), evidenziano il rapporto fra l’esposizione al glifosato e scompensi del sistema immunitario e alterazioni genetiche correlate al linfoma maligno non-Hodgkin.
  • Altri studi, fra cui quelli dell’Instituto Marquès (centro che si occupa di fertilità, ginecologia ed ostetrica, con centri in tutta Europa), riportato da “Il salvagente” rivista di difesa del consumatore, hanno evidenziato la caratteristica di interferente endrochino del glifosate, con conseguenze ormonali inferenti sulla fertilità e potenza maschile.

Sul piano territoriale

  • L’impatto sul Paesaggio è decisamente più devastante di una infinità di minimi interventi edilizi (spostamenti minimi di bucature, particolari architettonici non visibili a livello paesaggistico …) che tuttavia vengono sottoposti a snervanti iter burocratici, sanzioni, e divieti alla stregua di grandi insediamenti speculativi; vasti territori diserbati chimicamente impattano fortemente sul Paesaggio per il colore ocra e la forma contorta che assume tutta la vegetazione disseccata per tutto l’anno; il “senso di morte” che esprime il territorio diserbato chimicamente è percepibile da chiunque lo osservi, anche a distanza. Vale precisare che il Paesaggio come valore per le comunità che lo abitano e lo costruiscono, soprattutto in Italia, e per il turismo, è bene difeso da cogenti norme Nazionali ed Internazionali.
  • Ciò si riflette pesantemente a livello dell’immagine del territorio e dei suoi prodotti, che, indipendentemente dalle loro intrinseche qualità ne vengono penalizzati, come opportunamente osserva la Coldiretti, la maggiore associazione nazionale del Mondo Agricolo, nella sua costante difesa dei prodotti Italiani di qualità, che è da sempre schierata contro l’utilizzo del diserbo chimico. In tempi difficilissimi come quelli che stiamo vivendo, che, fra l’altro, amplificano i timori per la propria salute, l’immagine di un territorio agricolo sano e fruibile è essenziale strumento della necessaria ripresa economica del Food made in Italy.
  • Sul piano economico, il Turismo di tutto il territorio extraurbano d’Italia ed in modo particolarissimo della Regione Liguria si basa sulla ricerca di salubrità ambientale, bellezza paesaggistica, opportunità di attività all’aria aperta in ogni stagione, trekking, bike, qualità dei prodotti alimentari e della cucina Mediterranea e quant’altro caratterizza un turismo di qualità: in vista della estrema necessità di riprendere le attività economiche quando questa gravissima emergenza sanitaria e sociale ce lo consentirà, è impegno di tutti curare il territorio come un bene prezioso e magnificamente presentabile al turismo, evitando ogni forma di deturpamento e di conseguente valorizzazione. Suggeriamo, anzi, che gli importanti eventi di promozione territoriale, primo fra tutti Olioliva, possano fregiarsi del logo diserbante-free.

Sul piano normativo

  • La tendenza del legislatore in questi ultimi decenni ha evidenziato un progressivo controllo e posto limitazioni all’uso del diserbo chimico, prevedendone l’abolizione che di proroga in proroga è arrivata a concedere ancora il suo impiego. Non è dietrologia far presente che il fatturato della principale multinazionale che lo produce, relativo al solo diserbante, è di poco meno di 5 miliardi di $ (5.000.000.000 di dollari) all’anno.
  • Diverse nazioni lo hanno già abolito
  • In UE ne è ovunque vietato l’uso in ambito urbano
  • In Europa la scadenza del suo utilizzo fissato al 30 giugno 2016 è stato prorogato con una faticosa mediazione durata 6 mesi, fino al 31 dicembre 2017, con l’opposizione della Francia (che lo vieterà definitivamente nel 2022, e Malta che lo ha immediatamente sospeso, e l’astensione della Germania. A maggio 2018 il suo utilizzo in Italia è stato ulteriormente prorogato al 15 dicembre 2022.
  • In tutto il territorio del Comune di Imperia il diserbo chimico è escluso per interventi di tipo andante sul suolo e lungo scarpate, banchine e cunette stradali ivi comprese le superfici private e, se del caso, tassativamente con una fascia di rispetto di almeno due metri da pubblici passaggi, mentre durante gli interventi con qualsiasi fitofarmaco, diserbanti compresi, è fatto obbligo di delimitare l’area di applicazione, e di interdirne l’accesso. (D.C.C. n. 71 del 17 novembre 2010)
  • Molte Regioni Italiane hanno provveduto a limitarne fortemente l’utilizzo in particolare nella forma di trattamento andante su tutta la superficie non puntualmente localizzata.
  • Le aziende che accedono ai contributi europei per la coltivazione integrata (misure agro-ambiente) non possono utilizzarli.”