carcere sanremo

“Non si placa la tensione nel penitenziario di Sanremo Valle Armea. Per ben due giorni, un detenuto ristretto nel Padiglione C (protetti/riprovazione sociale), definitivo, condannato per reati di (violenza sessuale), ha minacciato e tentato di aggredire la Polizia Penitenziaria (addirittura con cocci di vetro)”. A darne notizia è Fabio Pagani, segretario regionale della UILPA Polizia Penitenziaria.

Pagani spiega: “Il clima nelle nostre carceri è ancora più incandescente. Da un lato il Corpo di polizia penitenziaria colpito nell’orgoglio, mortificato e ancor di più demotivato, dall’altra alcune frange della popolazione detenuta animate da sentimenti di rivalsa e convinte anche di poter infrangere impunemente le regole. Questi elementi, di per sé fortemente destabilizzanti, divengono assolutamente pericolosi in un carcere come quello di Sanremo con ben 238 detenuti presenti, maggior parte stranieri, che infrangono continuamente le regole. Ben 417 eventi critici (dal 1 gennaio 2022 ad oggi)”.

“Al momento – prosegue il segretario della UILPA PP – tali detenuti restano impuniti e soprattutto l’amministrazione penitenziaria non sembra capace nemmeno di trasferire nell’immediato detenuti che mettono in atto tali, gravi comportamenti. Sotto la qualificazione di ‘sorveglianza dinamica’, (ovvero detenuti aperti) modello detentivo avviato per superare le censure della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mosse con la cosiddetta sentenza Torreggiani dell’8 gennaio 2013, si cela di tutto, ma con un unico comune denominatore: si rinuncia alla sicurezza delle carceri. Questo è il dato di fatto più evidente e che non teme smentite, considerato pure l’altissimo numero degli eventi avversi e le aggressioni, sempre crescenti, alla Polizia Penitenziaria”.

“Ci sembra verosimile che tale spirale di violenza è una vera e propria ‘autogestione incontrollata’ – argomenta il segretario della UILPA PP. – Ai poliziotti di Sanremo il plauso e tutta la nostra gratitudine per aver impedito, con il loro coraggio, conseguenze molto più gravi”.