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Volge ormai al termine il mese di ottobre e di conseguenza volge al termine il ‘Mese Rosa’ della Lilt – Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore della mammella. Dopo un anno di stop causa pandemia, la ripartenza della massiccia campagna di sensibilizzazione nei confronti dell’universo femminile ha ottenuto risultati al di sopra delle aspettative.

“Il bilancio è sicuramente positivo, c’è molto interesse e molta attenzione ma se finisce il mese non si deve certamente fermare la prevenzione”. Lo dice Claudio Battaglia, stimato chirurgo sanremese, responsabile della ‘Breast Unit’ dell’ospedale Borea e presidente provinciale della Lilt.

“La prevenzione e la diagnosi precoce non riguardano solo le donne – svela Battaglia – infatti abbiamo in serbo una novità già dall’imminente mese di novembre, il ‘mese azzurro’ che concentrerà i suoi sforzi contro il tumore della prostata che è il tumore più diffuso tra gli uomini”.

“Anche questo tumore è molto legato all’alimentazione che è un punto fermo per prevenire queste neoplasie e desidero ringraziare tutti quelli che ci sostengono nella nostra campagna organizzando incontri e altre iniziative per diffondere il messaggio della prevenzione”.

Un grave effetto collaterale della pandemia è stato quello di rallentare o bloccare la diagnosi precoce dovendo garantire la precedenza assoluta ai malati di Covid.

“Ci siamo un po’ troppo dimenticati delle altre malattie, sia come prevenzione sia nel seguire i nostri concittadini che soffrivano non solo di tumore ma anche di malattie cardiovascolari o metaboliche – ribadisce Battaglia – con l’ospedale di Sanremo diventato il centro provinciale Covid, diversi pazienti non si sono fidati pur con le garanzie di sicurezza che gli abbiamo offerto”.

“Ho sentito tantissime donne dire ‘non sono più venuta al Borea per fare la mammografia perché era ospedale Covid’. Ora posso nuovamente tranquillizzarvi: al Borea ci sono ancora malati Covid ma restano isolati in aree molto ristrette e i percorsi nell’ospedale sono assolutamente sicuri”.

“Tra queste problematiche abbiamo anche qualche buona notizia – termina il dottor Claudio Battaglia – come Lilt provinciale siamo capofila di un nuovo progetto, di cui sono direttore, da 65mila euro finanziati dal 5×1000 per la ricostruzione del capezzolo alle donne che ne hanno subito l’asportazione per motivi oncologici e per la copertura di eventuali cicatrici chirurgiche”.

“L’altra novità è che grazie a benefattori, a qualche lascito e con un mutuo che abbiamo attivato, nella prossima primavera ci trasferiremo in una sede nostra, più ampia e con possibilità di parcheggio e di migliore accoglienza per tutti quelli che hanno bisogno di noi”.