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Favorire lo sviluppo sostenibile delle attività ricreative e professionali subacquee, garantendo e sviluppando la tutela degli habitat marini e costieri ad elevato valore naturalistico e culturale. Questo l’obiettivo principale di Neptune, progetto cofinanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia Francia Marittimo 2014-2020.

Capofila del progetto è il Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta di Portofino e partner sono la Regione Liguria (responsabile del progetto è la dirigente Paola Carnevale), la Regione Sardegna, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Parc national de Port-Cros, la Région Sud Provence – Alpes – Côte d’Azur e il Centre de Découverte du Monde Marin.

Per quanto riguarda la Liguria, oltre ai siti di immersione più noti, facenti parte delle aree marine protette, grazie a Neptune sono stati identificati altri 50 siti, vere e proprie opportunità per dar vita a nuovi diving. Ne sono un esempio i Tuvi di Bordighera e le secche di Santo Stefano al Mare. L’obiettivo è quello di fornire un’alternativa alle mete più conosciute e frequentate, così da ampliare – sempre attraverso una fruizione sostenibile – l’indotto economico del mondo della subacqua e dare risalto alle bellezze marine di tutta la regione. I siti vengono monitorati da Arpal, che si occupa della raccolta tecnica dei dati, mentre spetta a Regione Liguria il compito di valorizzarli, attraverso la creazione di schede divulgative.

“La subacquea crea un indotto enorme nel nostro Paese, perché l’Italia è ricchissima di biodiversità – spiega la biologa marina Monica Previati, che nel ponente ligure collabora al progetto insieme alla dott.ssa Sonia Berardinucci. – Queste schede verranno messe sul sito di progetto, un luogo virtuale dove si incontreranno tutti gli attori del progetto Neptune, che insieme faranno rete per dare un’identità alla subacquea, che ancora forse non esiste”.

A porre l’attenzione sull’importanza di fare sistema, di condividere le conoscenze, è Luca Natale, referente del progetto a livello regionale: “Questo significa anche portare a conoscenza dei territori subacquei ai diversamente abili – dichiara. – Una delle principali azioni di Neptune è infatti quella di valorizzare il patrimonio sommerso migliorandone l’accessibilità fisica”.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri: “Il progetto terminerà a maggio 2022, ma ha tutte le chance per andare avanti autonomamente o per diventare un modello da riproporre – aggiunge Luca Natale. – Dobbiamo dare a questo mare, che è di tutti, un occhio sia nei confronti della tutela ambientale sia di grande conoscenza: abbiamo la possibilità di “usare” il mare per conoscerlo, per fare delle scoperte con percorsi archeologici e andare a studiare i relitti che sono nei nostri specchi acquei. Il tutto partendo dalle scuole: è importante, secondo me, una visione educativa meno rigida. Mi piace parlare di educazione all’ambiente come un modo per approcciare e vivere il mare, non una fredda materia scolastica”.

Regione Liguria ha inoltre rilanciato il distretto della subacquea ligure, che vuole creare una rete di blue economy fra tutti i diving e le attività che ruotano attorno alla subacquea. Consulente e coordinatore del distretto è Adriano Musitelli: “Il distretto nasce per mettere a sistema tutti i soggetti che intervengono sul settore della subacquea, attraverso protocolli d’intesa. Il distretto si realizza attraverso progetti, come nel caso di Neptune. Per il futuro abbiamo in mente diverse iniziative, a partire dalla creazione di pacchetti integrati per il turismo, l’organizzazione di immersioni sui relitti: cercare, quindi, di creare luoghi turistici subacquei.  L’indotto economico che si crea è notevole. Un turista subacqueo medio investe circa mille euro in attrezzature, fa 40/50 immersioni all’anno, per una spesa totale di circa 2mila euro, a cui aggiungere poi altri indotti, come quello culinario o alberghiero. Se in Liguria stimiamo circa 100/200 mila presenze l’anno, in termini di immersioni, l’indotto diretto ammonta a qualche centinaio di migliaio di euro. Il valore del distretto della subacquea è proprio quello di dare un’identità a questa economia”.