Come ogni anno, nelle settimane che precedono il Capodanno, torna puntuale l’accesa discussione sui giochi pirotecnici.

Da una parte chi chiede di vietare l’utilizzo di “botti” e fuochi d’artificio per una questione di sicurezza, ma anche per andare incontro alle esigenze dei nostri amici a quattro zampe spaventati dall’utilizzo di questi intrattenimenti. Dall’altra chi difende la tradizione e la libertà di utilizzare i botti di Capodanno insieme alla propria famiglia e amici.

Nella maggior parte dei Comuni costieri del Ponente ligure si è andati verso il divieto di utilizzo attraverso ordinanze firmate dai rispettivi sindaci.

Scelta, però, fortemente osteggiata dal primo cittadino Claudio Scajola che durante la conferenza stampa dei giorni scorsi, durante la quale ha fatto un bilancio dei primi sei mesi di amministrazione, ha dichiarato: “I petardi e i fuochi d’artificio sono simbolo di festa. Da bambino mio padre mi faceva vedere i fuochi, da adulto sono stato io a farli per i miei figli. Se ovviamente parliamo di ‘botti’ legali non vedo perché dover vietare questo simbolo di allegria negando il divertimento ai bambini. Inoltre è inutile firmare un’ordinanza che non si può far rispettare. Chi controllerebbe e multerebbe i trasgressori? Mi appello al buon senso dei cittadini.”

Per quanto riguarda gli animali ha aggiunto:  “Ho sempre fatto i fuochi artificiali. I miei gatti e cani mi hanno sempre voluto bene comunque.”

Una posizione che non è di certo piaciuta agli animalisti, ma anche ai semplici padroni di animali che sanno bene quanto quest’ultimi si spaventino e si agitino durante i ‘botti’ di Capodanno.

Andando a Sanremo, il sindaco Alberto Biancheri sta valutando proprio in queste ore la possibilità di adottare un’ordinanza restrittiva. La sua opinione è però in parte vicina al quella del sindaco Scajola: troppo difficile far rispettare un’eventuale ordinanza.

A Taggia il sindaco Mario Conio ha optato per un’ordinanza che limita l’utilizzo vietando l’accensione del botti di Capodanno in aree adiacenti a strutture pubbliche, chiese e case di riposo.

Divieto assoluto nel Golfo Dianese, a Ospedaletti, Bordighera, Vallecrosia e Ventimiglia.