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Tommy Osella del sindacato locali da ballo della Confcommercio della provincia di Imperia interviene sulla situazione relativa a questo settore imprenditoriale, costretto a restare ancora chiuso e praticamente senza prospettive.

Spiega Osella: “Siamo tutti chiusi dal 23 febbraio 2020. C’è chi si è riadattato, trasformando il locale in bar o ristorante, chi non ha aperto e chi non aprirà più. Le difficoltà riguardano non solo gli imprenditori dei locali da ballo, ma tutto il personale che vi lavora e gli artisti. Un settore messo completamente in ginocchio e che continua ad essere dimenticato dal nostro Governo, perché, a parte tante promesse e una piccola parentesi di un mese la scorsa estate, che ha portato a nuovi investimenti, per poi richiudere, non vi è stato nulla di concreto. Il nostro settore è in un limbo dimenticato, con promesse mai portate a compimento e ora ci è stato detto di nuovo no, le discoteche non aprono. È l’unico settore imprenditoriale che non potrà aprire. Green pass? Lo avevamo chiesto noi di poter aprire in questo modo e all’epoca c’era stato detto che forse poteva essere una soluzione. Invece ci troviamo in questa situazione”.

Osella interviene anche in merito alle numerose situazioni illecite che questa situazione sta generando e ai ristori previsti per la categoria. E sottolinea: “Mi sembra di capire inoltre che non ci sia impegno da parte del governo per fermare situazioni illecite. Si balla in piazza e ci sono comuni che organizzano feste con ballo, orchestre o dj. Invece si poteva far ballare in sicurezza, sia dal punto di vista sanitario, che dei locali, sempre più che controllati. Si può ballare ovunque, tranne che in questi luoghi. Ristori? Non sono arrivati a tutti e sono stati comunque molto pochi. In alcuni casi non sono stati sufficienti e i locali hanno chiuso. Siamo circa 3 mila locali da ballo chiusi: se si stanziano 22 milioni di euro, vuol dire poco più di 6 mila euro per attività. Non bastano neanche per l’affitto di un mese. Sono aiuti che non aiutano”.