Immagine d'archivio scattata diversi anni fa durante le celebrazioni di San Benedetto a Taggia

Con un lungo post sulla sua pagina Facebook il sindaco di Taggia, Mario Conio, interviene sulla festa di San Benedetto, sabato scorso, nel borgo medievale di Taggia.

La festa, negli ultimi anni, ha visto la necessità di alcune sostanziali modifiche per ragioni di sicurezza. Al centro, in particolare, il divieto dei ben noti “furgari”: giochi pirotecnici artigianali che in passato venivano fabbricati e “sparati” dai tabiesi nelle vie e nelle piazze di Taggia.

Di seguito l’intervento del primo cittadino:

“Ogni anno mi appassiono a leggere i commenti del giorno dopo sulla nostra amata festa di San Benedetto…chi la vuole con gente, chi la vuole solo per i taggiaschi, chi elogia la sicurezza, chi si lamenta della poca sicurezza, chi ha nostalgia dei furgari e dei bei tempi andati….chi pensa che sia finalmente una festa che ha ritrovato un suo ordine. Qui bisogna capirci una volta per tutte.

Nel 2020 la festa di San Benedetto come si faceva anni fa non è in alcun modo realizzabile, sembrerà strano ma la legge italiana non prevede di poter sparare degli artifici pirotecnici tenendoli in mano, dobbiamo farcene una ragione.

Così come non ammette, e anche questo ad alcuni sembrerà inverosimile, di accendere enormi fuochi in un paese o ammassare quintali di legna addossati a palazzi.

Io personalmente, insieme a tanti amici, mi sono assunto tre anni fa la responsabilità di cercare di dare un futuro a una festa che così com’era era finita.
Finita non per colpa del sindaco o di chissà chi altro, finita perché completamente aldifuori della legge.

Con un lavoro complesso e la collaborazione degli Enti preposti alla vigilanza, siamo giunti al San Benedetto di oggi, certo diverso dal passato per la mancanza dei bambu’, ma comunque capace di preservare lo spirito della festa e di garantirne il seguito.

Chi ha passeggiato per le nostre vie, ha trovato i falò, le cantine aperte, le cascate, ha trovato certamente meno balordi e sballati.

Di questo io ne sono fiero e sono grato per tutti quelli che, mi piace ricordarlo, ci mettono la faccia, dedicano il loro tempo, la loro passione, cercando di tramandare una tradizione altrimenti finita. A loro va la mia gratitudine e a loro va il mio auspicio di avere sempre desiderio di impegnarsi per la comunità.

Troppo semplice lamentarsi ricordando ciò che è stato…tutti noi abbiamo amato visceralmente la nostra festa ma purtroppo quei tempi non torneranno. Ora si può scegliere…lamentarsi dietro una tastiera senza fare nulla affinché San Benedetto non finisca, o rimboccarsi le maniche come fanno alcuni, cercando di tramandare la nostra tradizione.

Grazie a tutti quelli che si impegnano.”