“Quello che ci ha portato a creare il progetto di ricerca è stata la curiosità di capire cosa stesse succedendo nel Ponente Ligure”. Così apre l’incontro la biologa marina Elena Fontanesi, vicepresidente dell’associazione Delfini del Ponente. Davanti a lei, sulla sabbia seduti sui tappetini da yoga, i numerosi partecipanti intenti ad ascoltare la presentazione introduttiva dell’evento ‘Sea Lovers Yoga Flow’. Unire yoga e divulgazione scientifica in una location speciale, la spiaggia “Surfbeach” di Imperia, nel giorno del solstizio d’estate. Un’idea che può risultare molto efficace per “prendersi cura” come ricordato dall’insegnate yoga Martina Chalier “non solo di sè, ma anche dell’ambiente che ci circonda e in cui viviamo”.

“Il mar Ligure di Ponente viene studiato da oltre 30 anni per quanto riguarda la presenza di cetacei, ma ancora rimangono da esplorare numerosi aspetti di questo areale così particolare. Il nostro progetto mira ad ottenere una fotografia dettagliata della presenza e distribuzione del tursiope, il delfino costiero, un tempo ritenuto visitatore sporadico di queste acque”, prosegue la dott.ssa Fontanesi. “In questi anni di monitoraggi abbiamo identificato oltre 200 diversi individui e numerosi cuccioli e giovani, segno che il Ponente Ligure riveste un importante ruolo nella sopravvivenza e conservazione della specie”.

Diventa fondamentale quindi studiarli, comprendere le loro abitudini, ma soprattutto capire e regolare le interazioni con le attività antropiche che talvolta rischiano di essere impattanti come nel caso del giovane delfino soprannominato Propeller: “Nel 2019 abbiamo notato delle ferite su un cucciolo causate da un’elica di un motore di un’imbarcazione. La collisione è avvenuta proprio nelle prime settimane di vita dell’animale”. I biologi di Delfini del Ponente si prendono cura quotidianamente monitorando i nostri mari “con soli occhi e binocoli” andando alla ricerca di “salti, schizzi, pinne” e comunicando i dati raccolti sia alle riviste scientifiche, sia ad enti locali e regionali a fini di progettazione di norme di conservazione. Nel loro prendersi cura non si limitano alla ricerca, ma coinvolgono con eventi di divulgazione e campagne di sensibilizzazione la popolazione.

Non solo tursiopi, tra le specie monitorate dai biologi dell’associazione. “Studiamo i delfini costieri, ma queste caratterizzate da un’incredibile biodiversità”, aggiunge la collega biologa Andrea Carolina Pedrazzini elencando di seguito le meraviglie presenti, forse a nostra insaputa, nel nostro mare “Sule, stenelle, pulcinella di mare e tartarughe marine dalla comune Caretta caretta, alla più grande al mondo tartaruga liuto”.

Questa ricchezza di vita è data, spiegano le biologhe, “da una convergenza di più fattori quali una combinazione di venti e correnti soprattutto primaverili che rendono la zona ricca di nutrienti e una profondità di quasi 2.000 m relativamente vicina alla costa che permette anche alle specie di più grandi dimensioni come capodogli e balenottere di trovare abbondanti prede nel nostro mare”. Il progetto di monitoraggio e tutela di questa meraviglia naturale è supportato anche “dalla partecipazione internazionale di giovani stagisti aspiranti biologi che collaborano attivamente e che ringraziamo”, conclude la vicepresidente.

A questo punto ha inizio la sessione di yoga guidata dalle insegnanti Martina Chalier ed Eva Rossi e accompagnata dal suono delle onde e dagli ultimi raggi del sole della giornata più lunga dell’anno. Come sottolineato durante la serata, yoga vuol dire ‘unione’ e questo evento è stato la prova di come tale pratica si possa fondere alla divulgazione scientifica creando un momento unico e coinvolgente.