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Una storia che parte nel 1492 e arriva fino a oggi. Una chiesa che non appartiene alla curia, ma al comune. Stiamo parlando del santuario della Madonna Bambina, o del Santo Sepolcro di Rezzo. Lo abbiamo visitato con una guida d’eccezione: il sindaco del paese Renato Adorno.

“Questa chiesa è stata voluta dalle famiglie di Rezzo e costruita insieme al marchese che, all’epoca, risiedeva qui. La sua particolarità, oltre alla dimensione e alla vastità, è che è comunale, quindi gestito direttamente dall’ente – spiega il primo cittadino”.

Il santuario ha poi al suo interno opere di assoluto valore: “Si possono osservare opere del Guido da Ranzo, la statua del Maragliano e altre bellezze pittoriche e non che fanno sì che questa chiesa sia una struttura rilevante per tutta la valle Arroscia e non solo”.

Inevitabile l’impronta degli scalpellini di Cenova, frazione di Rezzo nota per i suoi lapicidi: “Tutte le opere in pietra sono state realizzate dagli scalpellini di Cenova – sottolinea il sindaco. Ne troviamo traccia nel sacro sepolcro con un bellissimo altare, ma anche nelle colonne della navata e nelle porte esterne con il tipico agnello scolpito”.

Particolarità nella particolarità, come la definisce lo stesso Adorno, è la processione che arriva fin qui la sera del 7 settembre in occasione della ricorrenza della Madonna Bambina. Una statua di legno di oltre quattro quintali viene portata a spalla dalla chiesa parrocchiale di San Martino, sita a circa 4 km e mezzo dal santuario, e riportata indietro nello stesso modo l’8 settembre.

Si tratta di una rappresentazione fatta completamente in legno voluta, anche questa, dalle famiglie di Rezzo e appartenente alla sua confraternita.

Nel video servizio di Riviera Time le immagini del bel santuario e il racconto del sindaco Adorno.