sottile filo neroazzurro

Il legame che unisce la Città di Imperia e la sua principale squadra di calcio nasce, con cinque giorni di distanza, cento anni fa. Ed è già un buon punto di inizio per romanzare la storia. Proprio da qua comincia la narrazione de ‘Il Sottile filo neroazzurro’, scritto Massimo Colaiacomo, per tutti (ma soprattutto in gradinata) ‘Colla’.

“Il titolo dice molto: l’Imperia Calcio è stata la prima associazione, in qualsiasi settore, a portare il nome della nostra Città. Nel libro si parla anche di sindaci, politici, amministratori e qualche bel delinquente; si copre tutto l’arco temporale contemporaneo, a partire dal Fascismo. E’ una storia bellissima da raccontare. E’ un vero peccato che oggi questa cosa non si percepisca” esordisce ‘Colla’, ricordando che lunedì 16 ottobre cadrà l’anniversario, preambolo del nostro incontro.
L’autore è lontano dai riflettori, preferisce non apparire “in un mondo dove tutti vogliono mostrarsi” e conservare così il suo pensiero libero:” Non mi interessano video o foto. I protagonisti sono nelle 788 pagine e io non compaio in nessuna di queste. Ho soltanto raccontato le loro gesta con immensa soddisfazione. E il dono più grande me lo ha fatto ‘il mio Presidente’ Pino Cipolla, il presidente che ho amato di più.”

Caro Colla hai carta bianca per raccontare… “E’ stato il più bel regalo di Natale: il 23 dicembre scorso lo contattai via mail per chiedergli se mi facesse la prefazione. Alle 6 del mattino del 24 dicembre ricevo la sua rispsota: avevo la prefazione. E poi lui scrive divinamente. “Cento anni, ci pensate come doveva essere allora? Il clima sempre quello, ma meno cartelloni pubblicitari, meno palazzacci, meno bruttezze assortite che l’hanno deturpata un po’ ” così esordisce il pensiero del patron, l’ultimo a portare i colori neroazzurri in C.

Spontaneo chiedere all’autore se ci sarà un’altra Imperia così: “Impossibile!” risponde laconico e  un po’ malinconico. “Non con questa dirigenza che ha avuto dieci anni per costruire una squadra che provenisse dal settore giovanile, senza sperperare risorse. E invece oggi, il nulla. Non c’è spirito di appartenenza, non c’è comunicazione con l’esterno. Vuoi sapere quale sarebbe il mio sogno? Creare un museo con tutti i cimeli che raccontano la storia neroazzurra. Sai quanta gente in casa ha maglie, ritagli di giornali, ricordi che vorrebbero condividere?! Pochi giorni fa è passato a trovarmi Ghigliazza raccontandomi il vanto e l’onore che sentì partecipando alla rosa del 1999. E poi è passato ‘Chicco’ Lombardi, tra i 5 giocatori più forti che abbia visto al ‘Ciccione’, aveva le lacrime agli occhi parlandomi delle sue stagioni qua.”

Allora chi è stato il più forte? “Senza dubbio. Stefano Mariani!” E delle 50 partite descritte nel libro, quella preferita? “Beh, 19.9.99 che per anni fu la mia password sul pc. Il famoso derby vinto contro la Sanremese dopo quindici anni di sofferenze, ripartendo dalla terza categoria. Tornammo in Serie C, dopo la grande vittoria di Aosta, giocammo sotto ad un diluvio quando vidi Vago, autore del 2-0, gli baciai i piedi. E’ stata la mia giornata più bella da tifoso. E devo ringraziare Roberto Ruscello perché immortalò il momento in cui mi arrampicai sulla grata per esultare: oggi quella foto è sulla copertina.”

La posizione di Colaiacomo è delineata ed il suo pensiero sulla attuale dirigenza è piuttosto chiaro, avvelenato da tempi che difficilmente torneranno. Il calcio moderno ha tolto magia e numeri agli stadi: “Io vivo vicino al ‘Ciccione’ che è come se un musulmano vivesse davanti a La Mecca. E’ impensabile rivedere 4000 persone allo stadio, come negli anni di Baveni. Una volta esistevano perfino i parterre” e qua riaffiorano i ricordi “Quello che oggi è il passaggio tra le panchine e la tribuna, una volta era un settore che veniva riempito spesso e volentieri. Come accadde in un Imperia-Savona, con gol di Manitto al quinto minuto, che vidi accompagnato mano per la mano con mio papà. Era pieno di ‘transumanti’ che riempivano di sputi i guardalinee. Io però ero piccolo e non  vedevo un belino, così mio padre mi prese in braccio e chiese ad un signore in tribuna se potevo sedermi accanto. Mi feci piccolo piccolo e ricordo lo stadio pieno. Impressionante. Quando mi affaccio e vedo le 100-150 persone presenti mi viene il magone. Non dico 4000 ma 400 penso non sia impossibile. Ma la società attuale non sembra si ponga troppi problemi.”

Basta guardare l’espressione per leggere la sua delusione: “Non abbiamo una maglia del Centenario, non sono stati annunciati eventi. Sarebbe stato bello un remake di Imperia-Genoa del ’70, invitando Turone, Sidio Corradi e tutti gli ex neroazzurri che avrebbero riempito lo stadio. Per gli spogliatoi, sarebbe bastato un container. So che almeno i tifosi faranno qualcosa.”

Il punto ad ogni frase è calcato dalla passione. Colla e la tifoseria organizzata hanno così la responsabilità morale di onorare il centenario; e lo scrittore raccoglie anche la pesante eredità (letteraria) di Sergio Baccaglini, autore di un altro importante volume enciclopedico per gli imperiesi risalente al 1993: “Quando comprai il suo libro, allora costò la spropositata cifra di 100.000 Lire, dentro di me pensai che sarebbe stato bello un giorno scriverne uno. Poi man mano che il Centenario si avvicinava, il desiderio cresceva e ci tenevo davvero a scriverlo.”

Colaiacomo è anche il creatore e gestore del blog Im1923 e del sito Imperia calcio…storia di un amore, network facilmente navigabili e tesori per gli appassionati di curiosità e statistiche. Rarissimi da trovare attorno ad un club di Eccellenza: “Il sito nasce con spirito di competizione: quando venne creato Sanrepedia pensai ‘perché non può averne uno anche l’Imperia’?  Mentre il blog era più un divertimento…che ora è un po’ passato.”

Il libro riprende molto del tesoro di dati online percorrendo sempre un binario parallelo tra la storia della città e della squadra: “Ci sono gli albori del calcio ad Imperia prima che nascesse il club poi un excursus, decennio per decennio, sugli avvenimenti cittadini; i tabellini stagione per stagione; la Coppa Italia ed i campionati uliciani; si parla dello stadio ‘Ciccione’, dei presidenti, degli allenatori, dei giocatori con una hall of fame. In tanti si troveranno dentro perché hanno rappresentato un pezzo di storia. Poi una selezione delle 50 partite più belle.”

Tra queste c’è anche Imperia-Carrerese, spareggio del 1979 disputato a al ‘Ferraris’ di Genova: “E io ero nel famoso pullman numero 12. Partirono dodici pullman da Imperia, circa 600 persone. Arrivammo a Marassi e gli imperiesi erano 6000. Spettatori totali almeno il doppio. Si mossero tutti. A fine partita scoppiò il finimondo con la tifoseria toscana che voleva caricare i pullman con una specie di camionetta.”

Poi torna all’attualità: “Nei giorni scorsi ho fatto avere una copia del libro anche al Sindaco Scajola. Nel libro compare spesso e penso che, con i suoi mezzi, avrebbe potuto cambiare la storia dell’Imperia e fare di più. Ad esempio, nel 1995 quando arrivò Spinelli, interessato al porto, e fianco a fianco in tribuna videro la partita contro il Genoa. Penso sempre con rammarico che saremmo potuti diventare il nuovo Livorno.
Poi nel 1999, dopo i fatti di Cipolla, era molto vicino a Berlusconi e anche lì chissà cosa sarebbe potuto essere. Nel 2008 c’è stata l’ultima festa davvero bella, una processione dallo stadio conclusa con il tuffo in porto di Bencardino e Gagliano, tra gli altri. Sono le classiche sliding-doors.” Già. Anche la città si è trovata spesso davanti a dei bivi e non sempre le scelte hanno premiato.

Prima di chiudere l’intervista, mostra tutto il suo amore per i colori: “Sai, a scuola era un po’ un somaro. Non scrivevo bene. Anzi scrivevo largo per riempire le copiette. Grazie all’Imperia mi sono appassionato alla scrittura. Voi (riferito ai giornalisti, ndr) fate un bel lavoro.”

Chiudo la porta e metto in moto lo scooter. Penso all’ultima frase della prefazione di Cipolla:” Buona fortuna per la tua vita e per il tuo cuore, cara vecchia Imperia Calcio.”

Per prenotare una copia o avere informazioni. Email: ilsottilefiloneroazzurro@gmail.com; telefono (solo whatsapp): 327932460 oppure visita la pagina Facebook dedicata.